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Francesco Ruotolo e il CECA, il ricordo di Nello De Bellis

24 novembre 2020 | 09:14
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Francesco Ruotolo e il CECA, il ricordo di Nello De Bellis

Pubblichiamo di seguito il ricordo di Francesco Ruotolo e il CECA di Nello De Bellis, Presidente CECA 1986-1996. Francesco è stato il mio professore di diritto, di giornalismo, di passione civile per le battaglie politiche, ambientali e culturali, grazie a lui, probabilmente, sono diventato avvocato e giornalista. Fra le sue battaglie c’era quella per la “memoria” , anche a Napoli, alla Sanità, ponti e strade hanno targhe per ricordare martiri civili, forse anche lui lo è, con il Covid che nasconde le magagne in Campania che anche lui denunciava e forse è stato vittima anche lui di questo sistema. Chiunque voglia, chiunque desideri, chiunque abbia piacere a ricordarlo sulle pagine di Positanonews , giornale della Costiera amalfitana, alla quale ha dedicato tante battaglie, avrà sempre e comunque spazio. Era una grande anima, una guida, un giusto. Ti sia lieve la terra

Michele Cinque

Il ricordo di Nello De Bellis

Cari amici, ho appreso mentre mi trovavo fuori Salerno per urgenti motivi familiari dell’improvvisa scomparsa del caro Francesco Ruotolo. Condivido sinceramente con tutti i compagni il dolore e il cordoglio per la sua dipartita, ma sento il dovere ugualmente in quest’ora triste di ribadire qualche dettaglio storico che non sarebbe dispiaciuto al rigore ed all’onestà intellettuale dello stesso Ruotolo. Già in occasione della morte del pur compianto professor Carmine Conforti, Presidente della sezione WWF di Maiori, si disse e si scrisse che Conforti (a cui va anche ora il mio deferente ricordo) era stato l’artefice della vittoria ambientalista contro il disegno delle ricerche petrolifere in Costiera Amalfitana. Stando così le cose non mi resta che attendere la mia dipartita perché il mio modesto contributo venga ricordato Qualcuno con mezzi mediatici o medianici mi farà pervenire il “coccodrillo” all’altro mondo. La battaglia contro il progetto di ricerche petrolifere in Costa d’Amalfi fu una battaglia corale combattuta strenuamente dal CECA, costituito nel salone Morelli di Amalfi il 23 novembre 1984 e successivamente da me coordinato e presieduto dal 12 dicembre 1986,data della sua ricostituzione, al 12 gennaio 1996,data della perenzione definitiva del decreto interministeriale D 73 ER LF del 31 gennaio 1983. Il CECA raccoglieva le varie forze, politiche e di movimento ,che si opponevano alle funeste intenzioni dell’Elf, avallate dal Governo italiano. Di esso facevano parte, oltre a Ruotolo in qualità di fondatore, il sottoscritto ,dapprima in rappresentanza dei Verdi di Salerno, poi in veste autonoma, Donato Bella come esponente di DP (poi Verdi città e Ambiente), Alfonso Bottone del periodico ‘E Costiera, il prof. Carmine Conforti per il WWF Costa d’Amalfi (cui subentrò dopo il decesso il dott. Gioacchino De Martino) e Gennaro Di Lieto dell’Ascom di Amalfi. La “rifondazione” del CECA avvenne infatti nel suo locale. Importante anche ricordare il contributo originale e creativo di Teodoro Margarita e il gruppo specificamente creato di supporto del CECA presso i Verdi di Salerno (operativo dal 1986 al 1991) formato da Giovanni Acanfora, Tiziana Bruno, Angela ed Antonio Cherchi. Nel periodo successivo si aggiunse anche Fabrizio Campanile. Sull’articolata e complessa vicenda, rimando alla memoria condivisa e a questo stralcio di documentazione. Il fronte coperto dal CECA fu quello della mobilitazione politica e civile , lasciando alle istituzioni rappresentate dalla Comunità Montana Penisola Amalfitana e dal legale, Prof. Enzo Maria Marenghi ,l’aspetto giuridico e amministrativo (ricorso al TAR ed al Consiglio di Stato). Nell’ambito della sua lunga ed intensa attività questi furono i punti peculiari e decisivi dell’azione del CECA: la mozione parlamentare (redatta da me e dall’allora consigliere comunale verde Alfonso Pecoraro-Scanio) discussa alla Camera il 14 luglio 1988 e la conseguente legge 4 del 9 gennaio 1991,che statuì il divieto di prospezioni petrolifere nell’area interessata ( e in più alle isole Egadi),la dedica del XXXVIII Festival musicale di Ravello nel 1990 alla battaglia allora in corso ( l’idea mi venne ascoltando Wagner…),la proposta (mia e di Ruotolo)  di proclamare la Costa d’Amalfi patrimonio dell’UNESCO (vedi allegato), lanciata in una conferenza stampa presso l’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli il 9 ottobre 1995 e infine il pannello decorativo dell’artista Gargaleiro, sito ad Amalfi e realizzato dalla Comunità Montana, con l’iscrizione a cura di Francesco e mia. Vorrei dire per concludere, riservandomi eventualmente in ulteriori sedi, che la vittoria contro il progetto di trivellazioni petrolifere in Costiera è stata una battaglia ambientalista ( e qui tutti consentono anche i politicamente corretti), anticapitalista ( e già qui si ode qualche perplessità e colpo di tosse…) ed antiimperialista (imbarazzo collettivo, gelo, Siberia) . Come altrimenti definire una lotta in difesa del patrimonio naturale contro chi l’aveva svenduto per poche decine di lire, autorizzando il sicuro scempio di un territorio così pregevole, calpestando i diritti dei suoi cittadini e delle istituzioni che li rappresentavano per favorire gli interessi dell’industria petrolifera straniera? Prima avvisaglia, a seguito di patti iugulatori sempre allegramente firmati dai nostri governanti che di recente hanno pure ceduto senza colpo ferire la cima del Monte Bianco ai “cugini francesi”, di quel “ce lo chiede l’Europa” che tanti guasti ha portato al nostro Paese. Sotto questo aspetto la battaglia contro l’Elf può essere considerata una battaglia “sovranista” ante litteram, combattuta contro il cosmopolitismo capitalistico delle élites industriali e finanziarie del tempo in nome dei valori dell’ambiente, dell’antiliberismo e della Costituzione originaria del 1948 che pure Francesco ha sempre strenuamente difeso. Nello De Bellis 

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