Nosocomio di Cava de’ Tirreni: “De Luca sta smantellando l’ospedale”. E’ protesta

27 novembre 2020 | 11:27
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Nosocomio di Cava de’ Tirreni: “De Luca sta smantellando l’ospedale”. E’ protesta

Cava de’ Tirreni. «De Luca sta smantellando l’ospedale». Proteste contro il trasferimento di 10 medici a Salerno che provocherà l’accorpamento dei reparti di Chirurgia e Ortopedia. Chiuso il reparto di Rianimazione, verranno accorpati i reparti di Chirurgia e Ortopedia. «La storia si ripete sempre uguale – scrivono i consiglieri del gruppo di minoranza “Siamo Cavesi” –. Speriamo davvero che la decisione sia temporanea, ma chiediamo all’ente comunale di vigilare. Il depotenziamento dell’ospedale di Cava sta avvenendo nel silenzio, per questo rinnoviamo al Presidente del Consiglio Comunale, Adolfo Salsano , la richiesta di convocare quanto prima una seduta monotematica dell’assise cittadina per far sentire la nostra voce. La mobilitazione dei sindaci della Costiera amalfitana, infatti, ha spinto i vertici della sanità campana a fare marcia indietro rispetto al passaggio del presidio di Castiglione di Ravello dalla gestione Ruggi all’Asl. Solo Cava non riesce a far sentire la sua voce con il governatore De Luca». Lo riporta La Città di Salerno. 

Dello stesso avviso anche il deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli che punta il dito contro la gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Regione Campania. «E’ ormai evidente a tutti che De Luca sta perseguendo il progressivo smantellamento dell’ospedale – ha commentato Cirielli –. L’accorpamento di Chirurgia e Ortopedia è l’ennesimo atto scellerato messo in atto contro la nostra città. Altro che potenziamento dell’ospedale come promesso ipocritamente durante la campagna elettorale: ormai il nosocomio cavese sta diventando poco più di un’infermeria. Auspico un intervento immediato da parte del Governo, perché è palese che l’amministrazione regionale non è in grado di gestire l’emergenza sanitaria da Covid-19».

Sfiduciato, infine, anche il sindacalista della Cisl Gaetano Biondino, negli anni sempre in prima linea a difesa del nosocomio cavese. «Si era riusciti sempre a mantenere alto il nome di un nosocomio che per anni è stato il fiore all’occhiello della Campania – ha dichiarato Biondino –. Ora, però, la situazione sta degenerando e la chiusura, finora scongiurata, sta diventando inevitabile. Neanche davanti a queste evidenze ci fermeremo, ma si deve essere pure realisti e stavolta temo che la battaglia sia persa in partenza».

Si fa sempre più incerto il destino dell’ospedale “Santa Maria Incoronata dell’Olmo” alla luce delle ultime disposizioni arrivate dai vertici dell’Azienda Ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.

Per permettere il trasferimento di altri dieci medici presso il covid center “Da Procida” di Salerno, infatti, sarà attuato a partire da dicembre l’accorpamento temporaneo (per il perdurare dell’emergenza sanitaria) delle unità operative cavesi di Chirurgia e Ortopedia. Il provvedimento che sarà attuato dal prossimo dicembre, dunque, prevederà la riduzione non solo del personale da venti a dieci operatori almeno, ma anche quella dei posti letti disponibili: con l’accorpamento, infatti, si passeranno da quindici a cinque i posti letto in Chirurgia, e da dieci a cinque quelli in Ortopedia. Un ulteriore depotenziamento – dopo la chiusura del reparto di Rianimazione dei mesi scorsi e quello di Ginecologia e Ostetricia anni fa – che ha riacceso i riflettori della polemica e crescono i timori che il nosocomio cavese vada sempre più in direzione di una chiusura totale. Preoccupazioni sono arrivate dai consiglieri di minoranza che già avevano chiesto chiarimenti all’amministrazione, con tanto di manifestazione pubblica in piazza Abbro, e attendono ancora la convocazione del consiglio comunale.