Oggi la Chiesa festeggia Sant’Omobono Tucenghi

13 novembre 2020 | 07:30
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Oggi la Chiesa festeggia Sant’Omobono Tucenghi

Omobono nacque a Cremona, in Lombardia, nella prima metà del xii secolo; il padre era sarto e, battezzandolo, gli diede il suo nome, che significa “uomo buono”. Pur non frequentando la scuola, imparò dal padre come condurre l’attività commerciale diligentemente e onestamente, senza compromettersi in nessun modo; quando alla fine ereditò l’attività del padre, considerò il mestiere un dono di Dio e un mezzo per servire la famiglia e la società di cui faceva parte. Si sposò, e sembra che abbia avuto diversi figli, anche se la coppia è presentata piuttosto negativamente nel racconto pervenutoci; forse si tratta di uno stratagemma agiografico per accrescere il valore delle virtù del santo, poiché probabilmente la famiglia era contraria al fatto che elargisse i loro beni ai poveri.

Conosciuto in tutta Cremona per la sua generosità, Omobono era straordinariamente disponibile: faceva visita al popolo in casa, in particolare ai poveri e, facendo il possibile per soddisfare le loro necessità concrete, li incoraggiava a condurre una vita irreprensibile. A cinquant’anni circa, decise di abbandonare il commercio e dedicarsi totalmente alla carità; i concittadini notarono soprattutto la sua infinità generosità, oltre alla devozione che ovviamente fu il fondamento della sua attività.

D’altro canto, non sembra sia appartenuto a nessuno dei gruppi cristiani laici estremisti, come per esempio gli Humiliati, che si formarono in quel periodo; aveva l’abitudine di partecipare alla Messa ogni sera, nella chiesa di S. Egidio, dove morì, il 13 novembre 1197. Stava cantando il Gloria, quando incrociò le braccia sul petto e cadde in terra; all’inizio nessuno lo notò pensando a una forma di devozione, ma quando non si alzò al momento della lettura del Vangelo, si avvicinarono e scoprirono che era morto. I concittadini lo venerarono subito come santo, e Siccardo, vescovo di Cremona, che si recò personalmente a Roma per presentare la causa di canonizzazione, scrisse nella sua cronaca: «A quel tempo, a Cremona, viveva un uomo semplice, molto fedele e devoto, che si chiamava Omobono; alla sua morte, e con la sua intercessione, Dio fece molti miracoli».

Papa Innocenzo III (1198-1216), pienamente soddisfatto dell’inchiesta ufficiale sulla vita e i miracoli, canonizzò Omobono dopo soli due anni, nel 1199.

Patrono dei sarti e dei tessitori, il culto si sviluppò rapidamente non solo in Italia, ma anche in Germania (dove diventò noto come “Gutman”), oltre che in Francia. Esistono alcune chiese in suo onore a Roma, in Italia settentrionale, in Germania meridionale, in Spagna e in Belgio.

Omobono rappresenta una rarità, per due motivi: primo, fu canonizzato pur essendo laico, canonico e uomo di famiglia allo stesso tempo, in un periodo in cui, a parte i martiri e i re, i candidati alla canonizzazione erano religiosi professi; in secondo luogo, il culto fu riconosciuto, non solo localmente, ma anche a Roma. Non c’è nulla di straordinario nella sua vita, simile a quella della maggior parte delle persone del tempo, e di qualsiasi epoca, ma che illustra molto chiaramente i problemi di coscienza che doveva affrontare il popolo nel guadagnarsi da vivere e provvedere alle proprie famiglie, tentando allo stesso tempo di seguire l’ideale cristiano. La cosa più rimarchevole fu la dedizione con cui condusse la sua vita.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Cremona, sant’Omobono, che, negoziante, mosso da carità per i poveri, rifulse nel raccogliere ed educare i ragazzi abbandonati e nel riportare la pace nelle famiglie.