Positano: oggi alle 18:30 diretta streaming con Gennaro Arma. Il Capitano racconta “l’Odissea Princess”

30 novembre 2020 | 13:32
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Positano: oggi alle 18:30 diretta streaming con Gennaro Arma. Il Capitano racconta “l’Odissea Princess”

Positano. Oggi pomeriggio, lunedì 30 novembre, alle 18.30, in diretta streaming sulla pagina Facebook di Mare, sole e cultura Gennaro Arma racconta in anteprima nazionale “La lezione più importante” (@MondadoriLibri) quella che ha imparato al comando della Diamond Princess.

Anche Il Mattino dedica un articolo con intervista a Gennaro Arma, che riportiamo. Capitan Arma, sembra il nome di un supereroe dei fumetti. Invece è una persona in carne e ossa, un eroe di tutti i giorni con i superpoteri del sorriso e della pazienza, della determinazione e della perseveranza, del sangue freddo e della buona sorte. Virtù da «brave captain» come il mondo intero ha battezzato Gennaro Arma dopo che ha affrontato con «coraggio, altruismo e fantasia» – per citare il suo amato De Gregori l’odissea della nave da crociera rimasta, lo scorso febbraio, per quasi un mese nelle acque del Giappone, a causa del contagio da Covid-19 di oltre settecento persone tra passeggeri ed equipaggio. Con grande senso di responsabilità e «la preziosa collaborazione del mio team, i miei gladiatori» è riuscito a «placare la bufera» e condurre in porto la «splendida signora», lui ultimo a sbarcare con quella foto che ha fatto il giro del globo diventando icona di resistenza. «Mai avrei sospettato che la mia tempesta più complicata nascesse da un’entità microscopica, da un virus. Se il mare è una sfida, il comandante è colui che ogni giorno quella sfida la raccoglie» è il messaggio che affida alle pagine di un libro, «La lezione più importante» (Mondadori, novembre 2020, 180 pagine, 17,10 euro) in cui la realtà ha il fascino di un film d’azione e la scrittura, avvincente, da romanzo alla Conrad. La presentazione oggi, ore 18,30, in diretta streaming sulla pagina Fb e sul canale Youtube della rassegna Positano Mare Sole Cultura, quest’anno ispirata al tema «La parola è storia». Dialogherà con Arma il direttore del Mattino Federico Monga.

Comandante, come mai ha deciso di raccontare la sua esperienza?
«Da solo non ci avrei mai pensato, non sono uno scrittore, ma Enzo D’Elia ha insistito molto. Mi ha contattato quando ero ancora in Giappone, mi ha incitato facendomi capire che raccontare la vicenda della Diamond Princess era utile, poteva servire da insegnamento; mi sono affidato alla sua esperienza di agente letterario e con un speriamo che me la cavo mi sono messo al lavoro nel ricostruire la situazione, dando la massima attenzione ai valori da trasmettere. Abbiamo avuto la fortuna di non vivere la guerra ci siamo trovati impreparati di fronte a un nemico invisibile; è sempre in agguato ma bisogna lanciare segnali di ripartenza, tornare a un minimo di normalità».

Il libro è scandito in sequenze alternate dei giorni dell’incubo e flashback del suo passato.
«Senza esserne cosciente ho intrapreso un viaggio psicoanalitico rivivendo quei momenti di incertezza ed inquietudine e nello stesso tempo gli avvenimenti e le persone che mi hanno formato – i miei genitori, mio nonno, i miei insegnanti – contribuendo alla mia crescita professionale e soprattutto umana. Credo nell’human element. Senza finzioni. La gente lo capisce. Il miracolo Princess nasce dall’empatia, dall’armonia che si è creata tra me, l’equipaggio, gli ospiti. Avevano pagato per essere coccolati e si sono trovato confinati, senza servizi, eppure erano loro a darci coraggio; conservo le lettere che mi lasciavano sulla porta del mio ufficio, lì ho capito che ce l’avremmo fatta, che insieme potevamo combattere le malattie del virus e della paura».

C’è un frame: lei bambino a Meta di Sorrento col sogno di navigare, incantato davanti agli ex voto di Santa Maria del Lauro che narravano storie di mare.
«C’erano testimonianze di uomini che hanno rischiato di non tornare e che miracolosamente ce l’hanno fatta. Ripensare a loro mi ha dato forza mentre ponderavo le peggiori ipotesi possibili da scongiurare. Ero sospeso tra pessimismo ed ottimismo, non bisogna cedere alle illusioni, ma le tradizioni, le radici sono l’appiglio contro la disperazione».

Tra i riconoscimenti mietuti c’è quello di Duca d’Amalfi.
«Mi sono molto emozionato, le Tavole amalfitane le ho studiate a scuola, avverto la responsabilità del ruolo. Ecco, vorrei che dalla gloriosa Amalfi partisse il messaggio che il mare unisce i popoli, che tutti i popoli della terra sono un’unica comunità che nasce dal mare».