Sant’Agnello: alla scoperta della Chiesa di San Martino con Lucio Esposito

11 novembre 2020 | 14:55
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Sant’Agnello. Oggi 11 novembre, il giorno in cui si festeggia San Martino, il nostro collaboratore Lucio Esposito ci porta alla scoperta della Chiesa e Oratorio di San Martino in Penisola Sorrentina. Nei suoi video in esclusiva per Positanonews, e disponibili sul canale YouTube, Lucio ci illustra le opere all’interno della Chiesa e ci racconta la loro storia. “Ciò che ci fa dire con precisione che questa chiesa risale alle fine del 600 è la tecnica di costruzione della capriata”, ha spiegato.

Martino di Tours (in latino: Martinus; Sabaria, 316 circa – Candes, 8 novembre 397) è stato un vescovo cristiano del IV secolo. Originario della Pannonia, nell’odierna Ungheria, esercitò il suo ministero nella Gallia del tardo impero romano. Tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica, è venerato anche da quella ortodossa e da quella copta. Si celebra l’11 novembre, giorno dei suoi funerali avvenuti nell’odierna Tours. È considerato uno dei grandi santi della Gallia insieme a Dionigi, Liborio, Privato, Saturnino, Marziale, Ferreolo e Giuliano. In Italia vi sono oltre 900 chiese a lui dedicate. È uno dei fondatori del monachesimo in Occidente.Generico novembre 2020 il mantello di San Martino.

La devozione verso questo Santo e questa Chiesa non ha trattenuto gli inviati di Positanonews , dal fargli una visita, anche in tempo di emergenza sanitaria. Siamo stati fortunati , in quanto, il manutentore Sig Russo, noto come il Nostromo, ci ha dato la possibilità di entrare e renderci conto dello stato di buona tenuta e conservazione. Ambrogio Coppola ed io abbiamo ricordato i tempi dell’adolescenza, sessanta anni fa, quando Don Girolamo Bagnasco aveva coagulato intorno a se un folto gruppo di giovani, un oratorio a tutti gli effetti, che giocavano, socializzavano, pregavano , servivano messa. “Mammà vac a San Martin”, ” A ro’ vai sul tu?” rimbrottava subito la signora madre di Ambrogio! Manco se i quattrocento metri che dividevano l’oratorio  da casa fossero un altra città.

Martino di Tours è stato un vescovo cristiano del IV secolo. Originario della Pannonia, nell’odierna Ungheria, esercitò il suo ministero nella Gallia del tardo impero romano. La sua grandissima attualità è in quel gesto che lo scultore prof.Aniello Apreda, nella lunetta frontale del timpano di ingresso ha ben raffigurato: il taglio del mantello per dividerlo con il bisognoso.

Accogliamo con piacere alcuni contributi :

Antonino Coppola dice:
i fanciulli dell’oratorio fondato da Don Girolamo Bagnasco, ora padri e nonni, prendevano parte alle processioni del Paese con le tradizionali maglie di lana bleu.

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Dal libro Franco Gargiulo Le chiese e le cappelle nel Territorio di Sant’Agnello in Penisola Sorrentina

LA CHIESA DI SAN MARTINO
Que~ta piccola chiesa, prima sede della Confraternita dei Giuseppini,
a cui si accede da un’ampia rampa di scale, è molto antica: l’anno di
fondazione si fa risalire al 1660. Alla fine dell ‘Ottocento era di diritto
patronale delle famiglie Pepe e Gargiulo. La facciata è bianca, da pochi
anni restaurata, ornata solo dalla cornice di piperno che circonda la porta
sormontata da un altorilievo, opera dello scultore santanellese Aniello
Apreda e dalla custodia della piccola campana posta sul lato destro.
Nell’entrare subito la nostra attenzione è attratta dal quadro collocato
sull’altare, opera dell’artista Salvatore Cozzolino (1932), raffigurante la
Resurrezione di un giovane, un episodio della vita del Santo cui è dedicata
la chiesa. Ai lati si ammirano le statue del Cristo alla colonna e di San
Giuseppe. Sulle pareti dell’altare vi sono i dipinti raffiguranti la Madonna
delle Grazie e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. L’altare è in marmi policromi,
delimitato da un gradino. Due nicchie, collocate ai lati della zona absidale,
racchiudono le antiche statue del Sacro Cuore di Maria e di San Martino.
Sulla parete a sinistra della navata si trovano i quadri raffiguranti il
Sacro Cuore di Maria tra i Santi Prisco e Agnello, copia del dipinto venerato
nella chiesa parrocchiale, e la Beata Teresa di Calcutta; a destra, San
Giuseppe e San Giovanni Bosco; queste pitture, di recente datazione, sono
opere del pittore santanellese Antonio Massa. Una lapide, collocata
a sini stra della porta d ‘ingresso, perpetua che la chiesa fu sede della
confraternita dei Giuseppini:
QUESTO SODALIZIO GIUSEPPINO
ISTITUITO E CANONICAMENTE QUI ERETTO
DA MONS. ARC. D. GIUSEPPE GIUSTINIANI
IL XXIV APRI LE 1887
A CRESCERE I PIETA’ E RIDO DARE D’INDULGENZE
FU AGGREGATO
ALL’ARC. DELLA IMM(ACOLATA) CONCEZIO E IN S. LORENZO
TN OAMASO IL IX MARZO: ALL’APOSTOLATO DELLA
PREGHIERA IL XXIX GIUGNO 1888 E ALL’ARC. DI
S. GIUSEPPE IN S. ROCCO DT ROMA IL Xli AGOSTO 1889

Accanto alla lapide sovrastante la piccola acquasantiera, incastonato
nel muro come fosse una perla, ammiriamo il piccolo altorilievo in
marmo raffigurante Gesù.
Alle spalle dell ‘altare è la sacrestia dove, in una cornice, è custodito
il Mantello di San Martino o, meglio, il mantello che una volta copriva
la statua di San Martino, forse la stessa custodita nel tempio, come
mi riferisce l’amico Eduardo Silvestri, che mi ha accompagnato nel
visitare questa chiesa da pochi anni restaurata: la chiesa è cara ai
giovani perché accanto ad essa, tanti anni fa, l’ind imenticabile Mons.
Girolamo Bagnasco volle fondare l’Oratorio di San Martino che,
grazie all’impegno di alcuni volontari, ancora sopravvive nel nostro
paese.
Sarebbe doveroso, ricordare in maniera più tangibile Don Girolamo
Bagnasco, fondatore dell ‘Oratorio, da sempre luogo di ritrovo per i
nostri figli : voglio rivolgere l’invito a tutti coloro che si prendono cura
di questa struttura, di prodigarsi per la realizzazione di un monumento,
affinché il Suo ricordo venga tramandato alle generazioni future.

Santu Martino
di rosario di nota
Ncopp’ê cculline ’a neglia,
schezzecheniànno saglie,
e, abbascio, ’o maistrale
allucca; e gghianco è ’o mare.
Pe mmiez’ê vvie d’ ’o bburgo,
ll’addore acra d’ ’e tine,
’o mmusto se fa vino
e ’o core fa scarfà.
Ggiranno ncopp’ô cippo,
scuppètta nu spetillo
e ’o cacciatore arzillo,
sescanno, ’o sta a gguardà.
Se fa russagno ’o cielo,
nu sturmo ’e rennenèlle
se porta ogni ppenziero
cu ’a luce a ttremmulià.