Sorrento su Huffington Post. Dai tagli alla Pineta alle piante secolari, la denuncia del Wwf.
Da quanto riportato dal sito più seguito e famoso al mondo, nonostante che con il Decreto Clima si siano stanziati 30 milioni per le alberature urbane, le nostre amministrazioni peninsulari sembrano impegnate soprattutto a tagliare.
Sorrento – Quanto sta succedendo a danno del patrimonio arboreo della penisola sorrentina, un territorio dalle bellezze paesaggistiche uniche al mondo, sembra ormai valicare anche i confini territoriali. “La Pineta Le Tore, nella costiera amalfitana, era un vero e proprio paradiso naturale. Nel 1911 fu Norman Douglas – lo scrittore e viaggiatore britannico che morì a Capri, dove è sepolto – a decantarne le qualità naturalistiche e gli effetti benefici sulla mente e sullo spirito. Un luogo – scrisse – che genera visioni di pace accompagnate da indefinite sensazioni d’amore. Oggi quel paradiso appare irrimediabilmente compromesso:un terzo del bosco è ormai raso al suolo. Così apre l’articolo di Lucio Biancatelli su Huffington Post, uno dei siti più seguito a livello mondiale.Una situazione che secondo il Comune di Sorrento trova la sua spiegazione nel fatto che “gli interventi mirano alla messa in sicurezza e alla riqualificazione di due ampie zone della pineta colpite da eventi meteorici calamitosi, che hanno danneggiato pesantemente la struttura del bosco, rendendone molto pericoloso l’accesso”. Il documento parla di rimozione di “piante morte, secche e in piedi, stroncate o sradicate” e della successiva messa a dimora di “alberature autoctone”.
Di fronte ad una tale illustrazione dei fatti,il Wwf denuncia 3.000 alberi abbattuti. Paradossalmente grazie a interventi finanziati con i fondi della Città Metropolitana di Napoli per il “programma degli interventi di piantumazione ed incremento del verde”.Dopo le proteste, il 30 ottobre, – continua l’articolo di Lucio Biancatelli – il neo Sindaco di Sorrento Massimo Coppola, ha annunciato con una nota scritta lo stop all’operazione iniziata oltre un anno fa dopo un incendio che aveva reso instabili molti alberi. Secondo il Wwf l’area, in quanto Zona Speciale di Conservazione (ZSC) denominata ‘Costiera amalfitana tra Nerano e Positano’ all’interno della Rete Natura 2000, ricade nelle competenze del Parco Regionale dei Monti Lattari, che avrebbe dovuto rilasciare il nullaosta.“Ma l’ente parco non è stato consultato!”, dice Claudio d’Esposito, del Wwf Terre del Tirreno, “Ci auguriamo che ora venga fatta piena luce sulle responsabilità dello scempio, come richiesto in un esposto che abbiamo inviato alla Procura della Repubblica”.
Il caso le Tore non è certo isolato. Secondo la denuncia del Wwf, sono molti gli alberi a rischio motosega: dai lecci storici di Villa Sabrina alle tamerici nei pressi del Museo Correale di Terranova, dall’albero “storto” del chiostro di San Francesco raccontato da Piero Angela nella trasmissione “Meraviglie” ai cipressi e ai cedri del libano del cimitero di Pompei giudicati pericolosi per le tombe – continua l’artico di Biancatelli.
Non vengono risparmiati nemmeno gli alberi monumentali come i pini neri del Monte Faito, piantati dal conte Giusso nell’800, che vegetavano alti e possenti nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lattari. “Sono stati abbattuti e ora nuovi B&B sorgono come funghi sulla montagna, con vista mare”, denuncia d’Esposito. “Accade in molti Comuni. Grazie ai finanziamenti per piantare nuovi alberi si abbattono quelli preesistenti, magari centenari”. conclude d’Esposito.
Eppure il ruolo fondamentale degli alberi nelle aree urbane e suburbane dovrebbe essere ormai noto alla stragrande maggioranza dei nostri amministratori: aiutano a mitigare la calura estiva aggravata dalla crisi climatica, regolano il flusso delle acque piovane, aumentano il valore degli immobili, assorbono C02 contrastando il climate chance, trattengono sostanze inquinanti, contrastano l’inquinamento atmosferico e acustico, costituiscono l’habitat preferito per molte specie. E rendono più belle le nostre città.
“Il problema è che spesso gli alberi in città vengono ancora considerati d’intralcio perché tolgono spazio a strade e parcheggi. All’interno del Decreto clima del governo, un emendamento presentato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, e successivamente approvato” – conclude l’articolo di HuffPost- “ha stanziato 30 milioni per finanziare, per due anni, progetti di forestazione urbana. Un bel passo in avanti. Ma che richiede un salto culturale nell’approccio al verde.”
Una ulteriore testimonianza che non giova ad un territorio che basa la sua economia completamente sul turismo e quindi sulle bellezze ambientali e paesaggistiche. Le quali sembrerebbero , da anni, essere le prime vittime di continue speculazioni da parte di imprenditori senza scrupolo in nome di un affarismo che paradossalmente vedrebbe poi nel turismo i propri obbiettivi. – 07 novembre 2020 – salvatorecaccaviello
Fonte: Huffpost