Sorrento,sulla questione proroga concessioni demaniali, l’intervento del Segretario PD, Avv. Giovanni Persico.

17 novembre 2020 | 20:29
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Sorrento,sulla questione proroga concessioni demaniali, l’intervento del Segretario PD, Avv. Giovanni Persico.

In questi giorni Giunta Comunale con delibera n. 146 ha approvato l’avviso pubblico per la procedura ricognitiva delle concessioni di beni demaniali. Ovvero si chiede agli attuali concessionari di presentare una domanda (perizia giurata di un tecnico) nella quale siano chiari determinati requisiti. Tra i quali la mancanza di opere o innovazioni senza le prescritte autorizzazioni/concessioni da parte degli Enti preposti ai fini della tutela demaniale, della linea doganale, della tutela paesaggistica e idrogeologica delle aree interessate e ai fini edilizi/urbanistici. L’istruttoria comporterà anche un accertamento presso l’Ufficio Antiabusivismo del Comune di Sorrento dell’assenza di procedimenti legati alla presenza di abusi edilizi riferiti alla Concessione Demaniale Marittima. Sull’argomento registriamo l’intervento su Facebook del segretario Pd, Avv. Giovanni Persico. (s.c.)

“Il Comune di Sorrento con delibera di giunta n. 146 del 16 novembre 2020 ha approvato l’avviso pubblico per la procedura ricognitiva delle concessioni di beni demaniali, praticamente ha chiesto ai concessionari uscenti di presentare una domanda per veder riconosciuta loro l’estensione delle concessioni fino al 2033 così come prevede la legge 145/2018. Tutto in linea con il quadro normativo interno e quindi scelta logica seppur forse poco coraggiosa. Il problema infatti è che questa legge è in palese contrasto con i principi comunitari. Già nel 2016 con la sentenza del 14 luglio 2016, C-458/14, C-67/15, la Corte di Giustizia Europea ha affermato la contrarietà di proroghe ex lege delle concessioni sia nei confronti dell’art. 12 della direttiva “Bolkestein”, sia nei confronti dell’art. 49 Trattato Funzionamento Unione Europea che prevede la libertà di stabilimento. Nonostante questa chiara previsione il Governo italiano nel 2018 ha prolungato le concessioni in scadenza nel 2020 fino al 2033 e ha confermato la proroga nel recente decreto rilancio del maggio 2020 (qualcuno poi dovrebbe spiegare come l’emergenza covid possa giustificare un’estensione di 13 anni). Contro questo provvedimento nazionale in meno di due anni si sono già pronunciati nei casi specifici diversi tribunali nazionali. In particolare, il Consiglio di Stato con la sentenza n. 7874 del novembre 2019 ha ribadito:

la necessita della selezione pubblica nel rilascio delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo al fine di applicare ai principi comunitari in materia di libera circolazione dei servizi, di par condicio, di imparzialità e di trasparenza;

-che la proroga ex lege delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreativa non può essere generalizzata;

-che l’operatività delle proroghe disposte dal legislatore nazionale “non può che essere esclusa in ossequio alla pronuncia del 2016 del giudice euro-unitario (sentenza vista sopra), di talché la proroga legale delle concessioni demaniali in assenza di gara non può avere cittadinanza nel nostro ordinamento”;

-che “anche la più recente proroga legislativa automatica delle concessioni demaniali in essere fino al 2033 è in contrasto con l’ordinamento eurounitario dalla Corte di Giustizia nel 2016;

-l’obbligo per i funzionari comunali di disapplicare le norme nazionali contrastanti con il principio euro-unitario, in quanto secondo il Consiglio “è ormai principio consolidato in giurisprudenza quello secondo il quale la disapplicazione della norma nazionale confliggente con il diritto euro-unitario, a maggior ragione se tale contrasto è stato accertato dalla Corte di giustizia UE, costituisca un obbligo per lo Stato membro in tutte le sue articolazioni e, quindi, anche per l’apparato amministrativo e per i suoi funzionari, qualora sia chiamato ad applicare la norma interna contrastante con il diritto euro-unitario”. “Qualora, pertanto, emerga contrasto tra la norma primaria nazionale o regionale e i principi del diritto euro-unitario, è fatto obbligo al dirigente che adotta il provvedimento sulla base della norma nazionale (o regionale) di non applicarla”.

Dello stesso orientamento del Consiglio di Stato è stato il T.A.R. Veneto, con la sentenza n. 218/2020 e il T.A.R. Campania, Salerno, 10 febbraio 2020, n. 221 che ha disapplicato al caso sottoposto alla sua cognizione la proroga di 15 anni delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo. Infine, con la recentissima pronuncia del 17 Luglio 2020 n. 4610/2020, la VI Sezione del Consiglio di Stato ribadisce la necessità “dell’esperimento della selezione pubblica nel rilascio delle concessioni demaniali marittime, derivante dall’esigenza di applicare le norme conformemente ai principi comunitari in materia di libera circolazione dei servizi, di par condicio, di imparzialità e di trasparenza, derivanti dalla direttiva 123/2006“.

Alla luce di questo quadro giurisprudenziale è altamente probabile che un eventuale ricorso da parte degli interessati (spero e mi auguro che ci sia qualche imprenditore interessato) venga accolto causando l’annullamento del provvedimento, ma questo è quello che prevede al momento la legge statale quindi non mi aspettavo scelta diversa da parte del dirigente.

Mettendo da parte la questione proroga invece è ovvio che ogni concessionario interessato alla proroga dovrà presentare una domanda al Comune che aprirà un’istruttoria per valutare la regolarità delle posizioni. Infatti, ogni concessionario dovrà presentare anche una perizia giurata in cui il tecnico dovrà riportare una dichiarazione che sulle aree demaniali marittime in concessione non sono state realizzate opere o innovazioni senza le prescritte autorizzazioni/concessioni da parte degli Enti preposti ai fini della tutela demaniale, della linea doganale, della tutela paesaggistica e idrogeologica delle aree interessate e ai fini edilizi/urbanistici. L’istruttoria comporterà anche un accertamento presso l’Ufficio Antiabusivismo del Comune di Sorrento dell’assenza di procedimenti legati alla presenza di abusi edilizi riferiti alla Concessione Demaniale Marittima;

ed un accertamento presso gli Uffici del Comando di Polizia Municipale del Comune di Sorrento, della Capitaneria di Porto e dell’Agenzia del Demanio circa l’assenza di procedimenti legati ad abusi edilizi riferiti alla Concessione Demaniale Marittima.

Mi auguro dunque che, nel caso in cui qualche concessionario abbia compiuto abusi sul demanio marittimo, venga finalmente sanzionato con la perdita della concessione per riportare così a Sorrento una situazione di legalità.” – 17 novembre 2020.