“Una stella senza Cielo. Hasta luego, Diego”. Il pensiero di Alan, metà napoletano-metà argentino

Il ricordo di Alan Di Stefano, metà napoletano metà argentino.
Ricordo che da cuando ero piccolo, se qualcuno mi chiedava “¿de que cuadro sos?” (in Spagnolo Argentino: “quale squadra tifi?”) la mia risposta era “de River Plate, de Argentina y de Maradona”. Oggi, dopo di 30 anni, e a 12.000 km dal mio paese di nascita; penso di capire cosa volevo dire: Maradona è stato sempre così tanto importante, che forse rappresenta più di una squadra e un paese, ripresenta anche un modo di vivere. Maradona e, con le sue luce e con le sue ombre, i 44 milloni di argentini riassunti in uno.
Proprio ieri sono andato a Roma a fare qualche documento, e nel viaggio parlavo con un mio amico Italiano a proposito di Diego. Indiscutibile como il più forte calciatore dei tutti i tempi, ma forse -secondo il mio amico- non un buon esempio per i giovani, a causa di i suoi problemi e della sua vita privata.
Nonostante quello, se io dovessi scegliere un esempio, oppure una insegnamento di Pelusa, sarebbe quella della redenzione: Lui ha sempre saputo rialzarsi, reinventarsi, riprendersi e più di una volta lo abbiamo sentito avere l’umiltà di chiedere perdono. Il popolo Argentino e anche così; non ci arrendiamo mai, e lo abbiamo imparato di i nostri nonni europei.
Nel frattempo che aspettavo a che i miei documenti erano pronti, ho fatto questa foto dell´altare della patria -simbolo della italia che è la seconda casa di Diego- con il sole dietro, sommigliando la bandiera Argentina. E poi nel viaggio di ritorno a casa ho sentito la triste notizia. Mi sono reso conto, ancora una volta, che la mia amata arte della fotografía sembra sempre di capire e sapere tutto.
La morte sempre ci fa pensare. e Diego Armando Maradona c´e stato riuscito a dribblarla molte volte. Devo dire, con un po´di tristeza, che dall anno scorso -quando io ero ancora in Argentina- mi sembrava che lui stava “salutando” tutti noi: Come allenatore, é stato onorato da assulamente tutte le squadre e tutte i tifosi Argentini.
Ma proprio per quello sono anche felice. per la prima volta, noi Argentini ci abbiamo riscattato e imparato a applaudire i nostri geni invece di distruggerli.
El pibe de oro ci ha insegnato che Errare humanum est.
Alan Di Stefano