Cava de’ Tirreni, «Il volontariato è palestra di vita». Il giovane Giuseppe ai coetanei: l’impegno per gli altri aiuta a superare le paure

13 dicembre 2020 | 13:05
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Cava de’ Tirreni, «Il volontariato è palestra di vita». Il giovane Giuseppe ai coetanei: l’impegno per gli altri aiuta a superare le paure

Cava de’ Tirreni, «Il volontariato è palestra di vita». Il giovane Giuseppe ai coetanei: l’impegno per gli altri aiuta a superare le paure.

Giuseppe ha 25 anni ed è stato coinvolto nel mondo del volontariato, particolarmente in Caritas, da don Francesco Della Monica. «Devo premettere che prima del suo invito non ero per nulla favorevole a questa esperienza perché la immaginavo una perdita di tempo, una noia mostruosa e un immane lavoro perso perché chi nasce povero resterà sempre povero. – racconta il giovane -Durante il lockdown dei mesi scorsi, vedevo don Francesco uscire presto al mattino e rientrare tardi la sera. Mi chiesi dove andasse tutti i giorni e cosa stesse facendo in un momento dove tutto era fermo, compreso la chiesa. La domenica lo avvicinai e gli chiesi. Mi rispose come suo solito: “Peppì se o vuò sapè…. vieni e vedi”. Ammetto che questa risposta mi diede fastidio ma, allo stesso tempo, mi incuriosì e l’indomani mi presentai davanti la sua auto».

Così l’inizio del cammino al fianco di chi soffre. «Don Francesco mi fece salire sull’auto e mi portò in Caritas. Mi parve di essere su un altro mondo e, subito, mi ritrovai coinvolto in quel “caos” che, da li a poco, mi avrebbe sconvolto in positivo la vita». Giuseppe, poi, racconta che «da quel giorno, nei momenti liberi, ho cominciato a frequentare la Caritas. Più la vivevo, più mi confrontavo con il don e gli altri volontari e più mi appassionavo. Per questo posso dire con sicurezza che il volontariato è un’opportunità straordinaria, che tutti dovrebbero cogliere perché ti porta a conoscere valori importantissimi e a confrontarti con diverse realtà. La cosa più bella è fare esperienza sia di chiesa sia del mondo laicale senza nessuna opposizione, anzi, con grande sinergia sentendoci una grande e sola famiglia dove regnano amicizia, amore, gentilezza e uguaglianza, valori di grande esempio per tutti, soprattutto al giorno d’oggi». In queste parole tutto l’entusiasmo per l’esperienza che sta facendo e allo stesso tempo anche la tentazione di sfuggirle subito «perché il volontariato, comunque, è anche un momento di forte impegno dove non si ricerca l’autogratificazione perché si fa il bene ma si vive bene facendo bene».

Certo, essere volontario in Caritas, non è come far parte del gruppo di Fantacalcio. E lo spiega proprio il giovane Giuseppe: «Pur vivendo in un’atmosfera cordiale e giovale, in Caritas si presentano dinanzi le questioni della vita: perdita di lavoro, malattia, rotture familiari, solitudine. Ciò comporta una serie di riflessioni sulle problematiche della vita in cui ciascuno di noi può incappare. Però, solamente ‘toccando’ le difficoltà altrui potremmo affrontare e gestire meglio anche le nostre paure e insicurezze». Quindi un appello di Giuseppe ai coetanei: «Essere volontario in Caritas è un’ottima palestra di vita per tutti, ti fai le ossa, inizi ad assaporare le responsabilità che riguardano i ‘’grandi’’ … quelli che siamo chiamati ad essere anche noi».

Fonte La Città di Salerno