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/Covid, bambini e vaccino risponde il pediatra Carlo Alfaro
24 dicembre 2020 | 03:12
RUBRICA DI APPROFONDIMENTO
a cura di Gigi Maresca
In questo articolo il Dr.Carlo Alfaro noto pediatra e uomo di cultura di Sorrento risponde a quesiti e domande del nostri lettori.
Il dottor Carlo Alfaro risponde alle domande dei lettori di positanonews sul Covid.
In questo Natale pesantemente segnato dall’incombente presenza del Coronavirus, continua la disponiblità del dottor Carlo Alfaro a rispondere alle domande dei lettori di Positanonews arrivate in redazione.
Su cosa si può fare e non fare questo Natale non si è capito molto!
E’ vero! In pratica, prevede che dopo il 23 dicembre non valgano più le distinzioni tra Regioni rosse, arancione e gialle ma si tenga conto solo dei giorni: il 24, 25, 26, 27, 31 dicembre e 1,2, 3, 5 e 6 gennaio, cioè nei giorni pre-festivi e festivi, su tutto il territorio nazionale è “zona rossa”, per gli altri giorni vale la “zona arancione”.
Gli unici spostamenti consentiti nei giorni festivi e pre-festivi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 sono, tra le ore 5.00 e le 22.00, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone (più eventuali figli minori di 14 anni o le persone disabili o non autosufficienti conviventi), verso una sola abitazione privata di parenti o amici anche di altri Comuni, ma della propria Regione.
Sarà però possibile tornare alla propria residenza, domicilio o abitazione, se ci si trova in un’altra Regione, o spostarsi solo ed esclusivamente per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità, senza limiti di giorni e orari. Nei giorni non festivi, ossia 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio, sarà possibile spostarsi liberamente, fra le 5.00 e le 22.00, all’interno del proprio Comune, anche per fare visita ad amici e parenti, e solo una sola volta al giorno, in un Comune diverso dal proprio, ma sempre e solo all’interno della stessa Regione, tra le 5 e le 22 e nel limite massimo di due persone più i figli minori di 14 anni o i conviventi non autosufficienti. In caso di violazione dei divieti, sanzioni da 400 a 1.000 euro, eventualmente aumentate fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo!
A che punto si è con le terapie contro il Covid?
Grandi speranze sono riposte sugli anticorpi monoclonali, già autorizzati in via emergenziale in altri Paesi, come gli Stati Uniti. Dovrebbero essere presto disponibili anche in Italia. Sono efficaci ma se dati nelle fasi iniziali della malattia.
I corticosteroidi, come il desametasone, sono utili solo nei pazienti ospedalizzati che richiedono ossigeno.
L’eparina a basso peso molecolare è utilizzata contro il rischio di tromboembolia nel paziente con infezione respiratoria acuta allettato. L’antivirale Remdesivir si usa solo in pazienti con polmonite, in ossigenoterapia non ad alti flussi e con insorgenza sintomi da meno di 10 giorni. L’idrossiclorochina, anche se può essere prescritta liberamente dal medico in base a una decisione del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso dei medici di base contro la delibera dell’Aifa di usarla solo in protocolli di studio, in realtà non ha dimostrato efficacia negli studi clinici controllati. L’azitromicina, intensivamente usata, in verità non è efficace contro il virus ma solo in caso di eventuali sovrapposizioni batteriche. Insomma, resta essenzialmente la terapia solo dei sintomi, nei casi lievi simil-influenzali, che fortunatamente sono la maggioranza.
Possiamo fidarci del vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNtech?
Dobbiamo farlo. Il vaccino è stato approvato per tutta la popolazione sopra i 16 anni dalle autorità sanitarie di oltre 15 Paesi del mondo, grazie a prove di sicurezza ed efficacia adeguate. In Gran Bretagna già sono state vaccinate mezzo milione di persone. Non ha controindicazioni assolute. Non sono richieste accortezze particolari per anziani o persone con comorbidità, per le quali anzi la protezione è più importante. Il vaccino è l’unica chance per uscire dall’emergenza pandemica. Le prime quasi 1000 dosi del vaccino giungono in Italia il 26 dicembre, raccolte dai militari della Difesa per recarle nell’hub (centro) dello Spallanzani. Nei giorni successivi saranno distribuite nei siti di ciascuna Regione, rispettando la catena del freddo estremo richiesto per la conservazione di questo tipo di vaccino (a meno 70 gradi). Scatterà il 27 dicembre, come annunciato dalla presidente dell’Unione europea, il Vaccino Day europeo, la più grande operazione sanitaria mai vista in Europa. Ovviamente, i risultati della vaccinazione sul controllo delle infezioni non saranno immediati, per cui bisognerà continuare a mantenere tutte le precauzioni.
Perché i bambini non si vaccinano per il Covid?
erché in base agli studi sono meno suscettibili al Sars-Cov-2, hanno quadri clinici per lo più lievi e non sono dei grandi diffusori del virus nella comunità.
Ci dobbiamo spaventare della variante del Covid inglese?
La variante di Sars-CoV2 (chiamata VUI 202012/01) sta circolando in questo momento intensamente a Londra e nel Sud est dell’Inghilterra (dove ha causato un aumento rapido di nuovi casi di Covid-19) ed è stata già trovata anche in altri Paesi del mondo (Australia, Olanda, Danimarca, Belgio, Italia, forse anche Germania). Presenta mutazioni della proteina di superficie del virus, la Spike. Si ipotizza che questa variante, che potrebbe essersi sviluppata nella lunga sopravvivenza del virus in un paziente magari immunocompromesso, o nel passaggio del virus dall’uomo ai visoni in Danimarca e Olanda e poi di nuovo all’uomo, aumenti fino al 70-80% la contagiosità del Covid (perché gli conferisce maggiore affinità per i recettori ACE2 delle cellule e quindi gli consente di penetrare più velocemente), ma non sembra alterare né l’aggressività clinica e la letalità né la risposta ai vaccini, in quanto la Spike viene comunque riconosciuta dagli anticorpi nonostante la sua modificazione. Non è la prima mutazione che occorre al Sars-CoV-2 (è noto infatti che i virus RNA per loro natura mutano facilmente): ne sono già state individuate dall’inizio della pandemia oltre 12.000 piccolissime e almeno 12 più importanti, tra cui quella denominata 614 D, che ha reso più veloce la trasmissione, spiegando in parte la seconda ondata. Il timore è che la variante inglese possa essere la protagonista della terza ondata. Ora bisognerà anche aggiornare alcuni test per i tamponi molecolari e antigenici.
Come sta andando la curva epidemica in Italia?
Si è notevolmente raffreddata, grazie alle misure di mitigazione e contenimento, ma purtroppo il numero di decessi resta alto, con un tasso di letalità tra i più alti del mondo, così come è alta l’occupazione dei posti in area medica e intensiva, sebbene sia in calo la pressione su ospedali e servizi assistenziali. L’ultimo monitoraggio nazionale (relativo al periodo 7 – 13 dicembre) mostra che l’indice Rt nazionale non sta scendendo ulteriormente, anzi tende un poco a salire (0,86 invece di 0,82). Secondo il 33esimo Report dell’Altems (l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica), sempre molto preciso, è più che raddoppiata la mortalità in due mesi (17 ottobre – 15 dicembre). La “seconda ondata” dell’epidemia ha avuto un impatto molto più devastante della prima e la discesa della curva dei contagi è molto lenta che nella prima fase epidemica. Tra le criticità della situazione italiana, non dimentichiamo la grave carenza di medici specialisti.
Mandare i bambini a scuola è pericoloso?
Questo è uno dei temi più controversi e dibattuti. Una ricerca congiunta di Sip (Società italiana di pediatria), Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Istituto di Ortofonologia e Fondazione Mite e Ido sulle scuole italiane ai tempi del Covid-19 conclude che, rispettando le regole, la scuola rappresenta un luogo sicuro: anche se il rischio zero non esiste, a scuola c’è un rischio controllato.
Ci sarà la terza ondata?
Se abbasseremo la guardia, purtroppo sì. L’epidemia riparte sempre da piccoli focolai generati da un soggetto cosiddetto “superdiffusore” (con alta carica virale) che sfuggono alle attività di tracciamento e a poco a poco rallentano la discesa della curva epidemica che poi torna inesorabilmente a salire. Dal 7 gennaio avremo la riapertura delle scuole e il picco dell’influenza. Dovremo stare molto attenti a mantenere il più possibile la riduzione delle interazioni fisiche tra le persone, lavarci spesso le mani e indossare sempre la mascherina. Più che una terza ondata, potremmo assistere alla non conclusione della seconda ondata con la sua recrudescenza.
Che cosa succederà nei prossimi mesi?
Se, come si ritiene, il virus determina un’immunità di breve durata (6-12 mesi), analogamente ad altri coronavirus umani, il Covid-19 potrebbe causare epidemie annuali. Ma se i vaccini saranno efficaci ed adottati universalmente, potremmo sperare nell’immunità di gregge, richiamandoli periodicamente. Solo se l’immunità fosse permanente potremmo sperare di eliminare il Covid definitivamente.
Con quale spirito possiamo affrontare questo strano Natale?
Credo ognuno debba trovarlo dentro di sé. Il Covid è entrato nella nostra quotidianità, abbruttendola.
Ci ha imposto che è saggio isolarci, evitare contatti, non incontrarci, non toccarci, essere diffidenti.
Ha generato tensioni, paure, crisi, povertà e disuguaglianze.
Ha amputato tante vite, gettato famiglie nella disperazione di una perdita prematura e feroce. La solidarietà può dare un senso a tutto questo male.
Sentire chiunque compagno di uno stesso, comune dolore. Forse questo può restarci di buono di questa immane tragedia.
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