Dpcm e Natale, si ipotizza di tenere ristoranti aperti. Boccia: «Italia zona gialla da metà dicembre»
Natale e misure restrittive. Continuano le distanze nella maggioranza su alcuni aspetti del nuovo Dpcm anti Covid. Tra gli aspetti più dibattuti stamattina in una lunga riunione al Senato, secondo fonti parlamentari di maggioranza, ci sarebbe l’ipotesi che restino aperti i ristoranti nei giorni di Natale e del 26 dicembre, proposta dal governo dopo il vertice della scorsa notte. Ma la novità, si legge sul Mattino, se combinata al blocco degli spostamenti tra i Comuni in quei giorni, non convince tutti, perché – è la tesi di Italia viva e parte del Pd – rischierebbe di creare discriminazioni fra le città più grandi e i paesini in cui non ci sono ristoranti.
«Ore decisive per questo Dpcm, probabilmente il più lungo per durata della storia recente tra questi provvedimenti per regolare le nostre azioni. Parte il 4 dicembre, c’è un dibattito alle Camere e non è corretto anticipare le conclusioni, ma andrà sicuramente oltre l’Epifania, se un giorno dopo o una settimana dopo si stabilirà nel dibattito». Lo ha detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia intervenendo alla conferenza online «5G Italy e il Recovery Fund». «Noi non possiamo permetterci la terza ondata perché non vogliamo che una sola persona possa morire per covid nel corso del nuovo anno», un auspicio ma comunque «dobbiamo limitare al massimo questo rischio», ha proseguito Boccia. «Dicembre dev’essere il mese che ci fa mettere in sicurezza il Paese senza fare un lockdown nazionale. Da qui a 15 giorni tutta Italia o gran parte d’Italia sarà gialla, pensiamo a restrizioni puntuali per il periodo delle feste che non ci fanno allentare i nostri comportamenti».
Con il ritorno alle zone gialle, se il Dpcm non cambierà, «i bar e i ristoranti potranno riaprire alle 18». Quindi questa apertura «andrebbe estesa anche al giorno di Natale e Capodanno». Ô l’opinione del presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. «Altrimenti – ha detto a L’aria che tira su La7 – diamo messaggi che non vengono percepiti e capiti. Se aprono vengono aperti con eventuali restrizioni che già oggi in parte ci sono».