Eduardo De Filippo un mito unico e inimitabile. Il ricordo di Alberto Del Grosso

18 dicembre 2020 | 23:57
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Eduardo De Filippo un mito unico e inimitabile. Il ricordo di Alberto Del Grosso

Eduardo De Filippo un mito unico e inimitabile. Il ricordo di Alberto Del Grosso . Garante dei Lettori di Positanonews, il primo giornale online della Costiera amalfitana e Penisola Sorrentina, giornalista, scrittore, ideatore di spettacoli teatrali e musicali, uomo di cultura che ama la Campania tutta con respiro internazionale, abbiamo chiesto ad Alberto Del Grosso di tratteggiarci il ricordo di Eduardo De Filippo, unico ed inimitabile…

Portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli (oggi Cinema Filangieri), il 25 dicembre 1931, Natale in casa Cupiello segna di fatto l’avvio vero e proprio della felice esperienza della Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”, composta dai tre fratelli e da attori già famosi o giovani alle prime armi che lo diventeranno (Agostino SalviettiPietro CarloniTina PicaDolores Palumbo, Luigi De Martino, Alfredo Crispo, Gennaro Pisano). A giugno Eduardo aveva firmato un contratto con l’impresario teatrale che lo impegnava per soli nove giorni di recite per presentare il suo nuovo atto unico subito dopo la proiezione di un film. Il successo della commedia fu tale che la durata del contratto fu prolungata sino al 21 maggio 1932. Originariamente si trattava di una commedia ad atto unico (quello che, nella versione definitiva, costituisce oggi il secondo atto), ampliato successivamente in due distinte fasi: la prima, nel 1932, vide aggiungersi l’attuale primo atto e la conclusiva, nel 1934 (secondo anche quanto dichiarato da Eduardo sul numero 240 della rivista Il Dramma uscito nel 1936) o nel 1937o addirittura nel 1943 (secondo un’ipotesi avallata più tardi dallo stesso autore), che configurò l’opera nella sua versione attuale, composta da tre atti. La complessa genesi della commedia portò Eduardo stesso ad affermare che essa era nata come un “parto trigemino con una gravidanza di quattro  anni”.

Fu nell’ottobre 1972 che ebbi l’onore di conoscere Eduardo De Filippo. Andai nel suo camerino dopo una replica del lavoro “Cani e gatti” con Pupella Maggio, Angela Ippolito e Luca De Filippo.  A Eduardo chiesi se potevo fare qualche foto di scena e lui rispose: ma io il fotografo ce l’ho, si, replicai ma questo fotografo quando scatta le foto di scena durante le rappresentazioni o durante le prove? Replicò:E’ ovvio che le fa durante le prove perché con i lampi mi disturberebbe il pubblico. Veramente, replicai, io le foto le vorrei scattare durante le rappresentazioni. Scattò dalla sedia, ma voi scherzate replicò volete disturbare con i lampi, no replicai,ma io non accendo un lampo. Se mi date la vostra parola che non accendete un lampo io vi autorizzo. Le do la mia parola dissi. Allora venite domani sera. Andai la sera seguente al teatro San Ferdinando e scattai 96 foto senza lampo. Quando glie le portai, Eduardo disse: Come avete fatto a scattare queste foto senza lampo? Da domani sera fotografate per me.

Nel mio studio troneggia una di quelle foto con la dedica: Ad Alberto Del Grosso con ammirazione!, Eduardo, 1972

Poi dovetti lasciare quel lavoro perché avevo impegni con il Dipartimento di Stato Americano e viaggiavo continuamente. Ma la mia amicizia con Eduardo continuò sino all’ultima stagione che lui recitò al San Ferdinando.

Quando ero a Napoli il sabato ero sempre nel suo camerino ed egli mi diceva tante cose; alcune ancora le ricordo.

Egli arrivava presto a teatro e si fermava nel foyer a guardare il Pulcinella di marmi colorati disegnato per lui da Titina.

Eduardo ritornava ogni anno per qualche settimana e il pubblico puntualmente affollava il teatro. La fila per acquistare i biglietti si formava presto fuori del teatro, quando era ancora buio.

Era il 1979 quando Eduardo era stanco e malato, ma cocciutamente deciso a regalare al pubblico la felicità di due atti unici “Il berretto a sonagli” e “Sik Sik l’artefice magico.

Eduardo giungeva a teatro sempre molto presto, un paio d’ore prima dello spettacolo. Il Direttore, così lo chiavano tutti, saliva piano la rampa di scale ed entrava nel suo camerino dove pochi avevamo accesso.

Il camerino era composto di due piccoli ambienti, un divano, due piccole sedie e uno specchio a parete. Qui riceveva amici ed attori che venivano a salutarlo prima dello spettacolo.

La toletta di Eduardo era ordinata, con una tovaglietta bianca stirata a puntino. La preparava, sempre così perfetta, la fedele Evole Gargani. Da anni Evole era l’ombra silenziosa di Eduardo, badava sempre che tutto fosse in ordine. Sono molto cambiati i prodotti per truccarsi? Gli chiesi. Si rispose, si tolgono anche meglio.

Vengo presto a teatro perché mi devo truccare con calma. Certi attori pensano che basti uno sguardo, una mossa del volto o del sopracciglio, uno sbattere delle palpebre. Invece io credo che l’attore deve trasformarsi piano piano, truccandosi  lentamente e da solo per diventare un altro e prendere l’aspetto del personaggio in cui vuole trasformarsi. Cambiando l’aspetto viene naturale cambiare anche il tono della voce ed adeguare il gesto al personaggio. Fu quella l’ultima stagione di Eduardo al teatro San Ferdinando.

Non ho potuto più seguire quel suo gesto preciso che disegnava  un volto sul suo volto dandogli vita, anima, passione, dolore, delusione, entusiasmo, amore, divertimento.

Martedì 22 dicembre in onda su Rai “Uno Natale in casa Cupiello”. Una produzione Rai Fiction con Picomedia, con alla regia Edoardo De Angelis e come interpreti oltre a Sergio Castellitto, Marina Confalone, Pina Turco, Adriano Pantaleo e Alessio Lapice.

“Eduardo De Filippo è inarrivabile. Non c’è in alcun modo confronto, io mi sono limitato a fare l’attore, ho interpretato il ruolo di Luca Cupiello preso per mano dal regista Edoardo De Angelis”. Sono le parole di Sergio Castellitto.

“Cosa riusciranno a presentare questi attori e il regista Edoardo De Angelis?

Chissà, vedremo!”

Alberto Del Grosso

Giornalista Garante dei Lettori

del giornale Positanonews