Immacolata a Sant’Antonino e a Mortora

9 dicembre 2020 | 12:21
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Immacolata a Sant’Antonino e a Mortora

Lo scultore Francesco Citarelli e le effigi dell’immacolata Concezione venerate da Sorrento al Piano di Sorrento
Esistono due Immacolate dello scultore Francesco Citarelli nella nostra penisola sorrentina. Una la si può ammirare nella basilica di Sant’Antonino a Sorrento (datata 1848) e la seconda nella chiesa di Santa Maria di Galatea a Mortora; entrambe somiglianti ma iconograficamente diverse. Prima di descrivere ognuna vediamo chi è Francesco Citarelli (Napoli 1790 – Napoli 1871): artista, scultore, pittore, disegnatore, ceroplasta ma anche professore universitario delle belle Arti a napoli è ritenuto l’ultimo rappresentante del Settecento Napoletano. Laureato all’Accademia delle Belle Arti a Napoli,la sua arte nella ceroplastica lo porta a perfezionarsi a Firenze all’Accademia; gli furono commissionate parti anatomiche umane e di animali che con la cera doveva riprodurre per gli studi . Poco dopo, divenne professore emerito nella stessa accademia. Torna a Napoli e si afferma come scultore, infatti i Borboni commissionano a lui molte opere, diventando così l’artista più ambito e richiesto sulla piazza. La sua innata arte scultorea fu perfezionata nella bottega di Francesco Verzella, uno dei più grandi scultori a cavallo dei secoli Settecento e Ottocento. Il Citarelli è però molto più vicino allo stile Neoclassico , e si rifà molto alle pitture di Raffaello Sanzio, prendendo spunto dalle espressioni e dalle movenze che il pittore urbinate imprimeva nelle sue opere.
Ritorniamo alle due statue mariane sopra citate. L’Immacolata di Sorrento, voluta dai padri teatini che in quel periodo stavano presso la basilica di Sant’Antonino, decisero di commissionare questa scultura dal più quotato artista del periodo, anche perché gli stessi teatini sono devoti all’Immacolata e allo scapolare ceruleo. Era il 1848 quando fu terminata e la si può ritenere uno dei capolavori del maestro che gli diede più notorietà e ne riprodusse altre simili in giro per il Regno. L’Immacolata di Sorrento è tipica nell’iconografia, come già detto, dei padri teatini: ha il bambino in braccio, il volto della Vergine appare dolce e rivolto verso il fedele e dà quella sensazione di donare il proprio bambino che, allo stesso tempo, con le mani benedice il fedele. L’immagine della Madonna è avvolta da un manto stellato con un grosso orlo dorato e pieghe che rendono molto naturale il panneggio, il nuvolo e il globo sono arricchiti da due putti e tre testine di angioletti (cherubini) che nell’insieme rendono solenne l’immagine. Quella invece di Mortora è situata in una nicchia ricca di decori che esaltano la scultura; l’Immacolata è rappresentata assorta e con mani, delicatissime, giunte in preghiera e il capo coperto da un leggero velo che si modella sulle spalle. Il manto stellato è decorato da stelle e da un orlo decorato in oro. Il viso della Vergine è dolce e candido, con il classico incarnato caratteristico, il rossore segno di timidezza, lo sguardo pudico e rivolto in basso verso il fedele. La statua si completa con nuvolo e globo che, in passato, erano arricchiti da putti e cherubini simili a quella descritta in precedenza, ma purtroppo trafugato già da molti anni;. Di Citarelli, per interezza di notizie, oltre alle Immacolate c’è pure il Sacro Cuore di Maria in Cattedrale a Sorrento e un Addolorata a Sant’ Agnello.
Gli appunti presi da vari studi dai libri sulle sculture napoletane su questo artista
Tratto dal profilo facebbok di Nando Sorrento
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