Penisola sorrentina, l’appello: “Natale senza datteri in tavola”

10 dicembre 2020 | 08:51
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Penisola sorrentina, l’appello: “Natale senza datteri in tavola”

Penisola sorrentina. Acquistare e consumare datteri di mare significa contribuire alla distruzione di una parte dell’ecosistema marino. Per questo, in vista delle festività natalizie, i vertici dell’Area marina protetta di Punta Campanella lanciano un appello a chi si appresta ad organizzare pranzi e cenoni vari a non comprare i pregiati (e costosi) molluschi. È questo, infatti, il periodo dell’anno in cui la richiesta aumenta vertiginosamente. Ma in pochi si rendono conto che per un piatto di linguine ai datteri di mare, viene distrutto un metro quadrato di habitat sottomarino. Ciò perché, come ricordano dal Parco di Punta Campanella, si tratta di un mollusco che cresce all’interno della roccia e per estrarlo è necessario frantumare il fondale con piccozze ed altri attrezzi, compresi martelli pneumatici. Questa devastazione causa la desertificazione di ampi tratti di costa, soprattutto in penisola sorrentina. È proprio nella zona tra Vico Equense e Massa Lubrense, si legge sul Mattino, che i predoni del mare fanno incetta di datteri dalle scogliere sommerse, senza preoccuparsi di devastare un ambiente marino unico al mondo.

A motivarli c’è il facile guadagno. Al mercato nero, infatti, un chilo di datteri, nel periodo natalizio, può costare anche 100 euro se non di più. Per questo ci sono vere organizzazioni criminali dedite all’estrazione e alla commercializzazione dei molluschi. Contro di loro in prima linea gli uomini della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia. «Se durante tutto l’anno la nostra attenzione è alta nel combattere la pesca di frodo dei datteri – conferma il comandante della Guardia Costiera stabiese, Achille Selleri – in questo periodo aumenta ancora di più, con controlli a tappeto in tutto il compartimento di nostra competenza». Nel mirino delle forze dell’ordine finisce non solo chi estrae i datteri e coloro che li vendono a caro prezzo, ma anche quanti li comprano. Gli acquirenti possono essere accusati di favoreggiamento nei reati di danno ambientale e perfino di disastro ambientale con la possibile applicazione dell’aggravante della ricettazione. Ma, come ricordano dal Parco marino di Punta Campanella, «questo mercato illegale, gestito da una organizzazione criminale, può essere debellato del tutto in un solo modo: basta non acquistare e consumare datteri di mare».