Sorrento, chiusura rianimazione all’Ospedale S.M. della Misericordia, una vicenda poco edificante per la politica locale.
L’atavica criticità circa la carenza di personale non risulta al momento risolvibile. Uno scenario che ancora una volta, oltre ai vertici dell’Asl ,vede la totale inerzia, oppure l’ incapacità di imporsi a determinati livelli da parte dei nostri amministratori.
Sorrento – Era da qualche tempo che se ne parlava, ma nessuno pensava che poi si arrivasse a tanto! Alle voci senza fondamento di qualche giorno fa, stamane la cittadinanza si è scontrata con la dura realtà. Anche il reparto di rianimazione dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia, punto di riferimento sanitario di una intera comunità, da oggi risulta definitivamente chiuso! O meglio, un territorio dalla visibilità internazionale, come quello sorrentino, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti ,a cui si dovrebbe garantire, come alla popolazione residente, una adeguata assistenza sanitaria, con l’ennesima vergogna, risulta ormai in sempre più precarie condizioni. Dopo i recenti ridimensionamenti, con la chiusura del reparto rianimazione si blocca completamente anche l’attività chirurgica sull’intero territorio, mettendo in discussione perfino quella di urgenza. Secondo alcune prime fonti, tale iniziativa ,sarebbe da addebitare alla sanificazione dei locali dopo il ricovero di contagiati da Covid 19. Secondo quanto dichiarato dal direttore sanitario dell’Asl Na 3 Sud Gaetano D’Onofrio alla testata giornalistica web, “Tutto Sanità” i sei medici anestesisti in forza al reparto al momento risultano ammalati. Nella giornata di ieri (22/12/2020)si è riusciti a reperire un’anestesista immediatamente entrata in servizio. “Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni. Stiamo cercando di reperire altri specialisti da inviare a Sorrento per garantire almeno l’emergenza” ha dichiarato D’Onofrio. C’è da dire, secondo altre fonti, che fino ad ieri si sperava che arrivassero ulteriori rinforzi come più volte sollecitati dalla responsabile dell’unità operativa, dott.ssa Matilde De Falco. Sollecitato in proposito anche il direttore generale dell’Asl Napoli 3-Sud, Gennaro Sosto, ma nonostante l’impegno non si è riusciti a trovare una soluzione adeguata che non fosse poi la chiusura del reparto. Una vicenda che ancora una volta conferma l’assoluta precarietà del nosocomio sorrentino. La carenza di personale si trascina ormai da anni, ed oltre a turni massacranti, a cui sono costretti i medici di Cardiologia e quelli di Chirurgia, la mancanza di risorse professionali non consente la turnazione dei medici anestesisti rianimatori per le esigenze minime di funzionamento del reparto di rianimazione. Il Covid ha accentuato vecchi malanni di gestioni lontane dalle necessità della penisola. La chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale di Vico Equense è stato un campanello d’allarme che purtroppo è stato sottovalutato. Forte e sentita la indignazione in città e lungo tutta la penisola sorrentina, soprattutto se si pensa che una criticità come quella della mancanza di personale all’Ospedale Santa Maria della Misericordia, è stata denunciata da anni, senza che sia mai stata risolta o quanto meno affrontata, in modo adeguato da dare delle risposte concrete. Uno scenario che ancora una volta, oltre ai vertici dell’Asl vede la totale inerzia da parte della politica locale. In particolar modo quando si è a capo di amministrazioni che devono gestire un territorio rinomato in tutto il mondo per le sue bellezze paesaggistiche-storico culturali ma soprattutto per l’innato senso dell’ospitalità. Ancora una volta, come in passato, i nodi vengono al pettine! L’impegno più volte promesso in campagna elettorale, in merito ad assicurare al territorio ed alla sua economia turistica, una efficiente assistenza sanitaria sono smentiti dai fatti. La passerella di qualche settimana fa a Vico Equense, per la chiusura del pronto soccorso locale, come volevasi dimostrare,non è servita assolutamente a nulla. I problemi della sanità locale continuano ad intensificarsi e con essi si accresce il risentimento e l’indignazione della popolazione che pur ha creduto in determinati programmi elettorali, che vedevano in primis strutture e servizio sanitario finalmente efficienti. Sapere che semmai a causa di determinate negligenze o incapacità di imporsi a determinati livelli, il territorio non può offrire adeguate cure ed assistenza medica alla popolazione e a centinaia di migliaia di ospiti, rappresenta per coloro che lo amministrano, “un’immagine”di cui non andare assolutamente fieri. – 23 dicembre 2020 – salvatorecaccaviello