Balenottera comune, il CERT continua ad aggiornarci rispondendo alle domande
Tra le varie domande anche perchè questa balena è considerata un segno per la città di Sorrento e che fine ha fatto l’esemplare più giovane
Balenottera comune, il CERT continua ad aggiornarci rispondendo alle domande.
Continuiamo a condividere le domande e le relative risposte a proposito dell’esemplare adulto femmina di Balenottera comune rinvenuto a Sorrento (NA). Una notizia che desta ancora molto interesse non solo in Italia. 🌍🐋
5. CHE FINE FARÀ LO SCHELETRO?
Per esemplari di particolare interesse, quando è possibile, si cerca sempre di eseguire una necroscopia conservativa dello scheletro. Questa consiste in una tecnica autoptica più minuziosa che permette di preservare le ossa dell’animale a fini espositivi. Il recupero osteologico museale prosegue con la pulitura dello scheletro dopo un interramento o affondamento per favorire la naturale degradazione delle parti molli. Lo scheletro verrà poi riesumato e preparato per essere pulito e rifinito al meglio così da assumere l’aspetto ideale prima di essere riassemblato ed installato per l’esposizione.
6. ERA DAVVERO LA PIÙ GRANDE BALENA DEL MEDITERRANEO?
La Banca Dati Spiaggiamenti registra gli spiaggiamenti di cetacei avvenuti lungo le coste italiane dal 1986. I dati presenti su questo database registravano come l’esemplare di Balenottera comune più grande quello spiaggiato e misurato 19.5 metri il 15 Ottobre 1990 sulle coste di Calambrone (LI) in Toscana, il cui scheletro si trova esposto presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno. Pertanto, la lunghezza totale di 19.77 metri, misurata in linea retta dalla punta del rostro al seno interlobare della coda, fa della Balenottera di Sorrento la più lunga sinora registrata.
7. CHE FINE HA FATTO L’ESEMPLARE PIÙ GIOVANE?
Dal 14 Gennaio si è cercato di analizzare al meglio tutte le immagini video-fotografiche a disposizione in modo da capire se l’animale vivo in difficoltà nel porticciolo di Marina Piccola di Sorrento fosse lo stesso rinvenuto senza vita nel fondale del porto il giorno seguente. Varie sono le ipotesi ma nulla di definitivo è stato accertato. Quello che è certo è che l’esemplare morto non presentava uno sviluppo mammario proprio di una femmina in lattazione.
8. PERCHÉ QUESTA BALENA È STATA CONSIDERATA UN SEGNO PER LA CITTÀ DI SORRENTO?
Il patrono di Sorrento, Sant’Antonino, quando era ancora solo un abate del monastero benedettino, fu chiamato dalla madre di un bambino che era stato inghiottito da una balena mentre giocava sulla riva con i suoi amici. Vani furono i tentativi di salvataggio da parte dei pescatori di tonno. Una volta in spiaggia, Sant’Antonino ordinò alla balena di restituire il bambino e così la balena “sputò” il bambino restituendolo alla madre sano e salvo. Questo è considerato uno dei miracoli del santo a devozione del quale, negli anni, diversi resti di cetacei sono stati donati ed esposti nella basilica a lui dedicata a Sorrento.