COVID 19 : Idee sparse ed effetto narcosi in costa d’ Amalfi. La riflessione di Secondo Amalfitano
Ravello, Costiera amalfitana ( Salerno ) . Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Secondo Amalfitano ex sindaco di Ravello .
Voglio partire dallo studio statistico sui dati della pandemia in Costiera Amalfitana pubblicato da questo giornale, per provare a fare un’analisi complessiva dei numeri e della situazione. Devo però premettere un principio: le analisi statistiche basate su “piccoli numeri” vanno prese con le cosiddette “molle” per la loro scarsa attendibilità scientifica, in specie se la veridicità e completezza dei dati e delle fonti non è rigorosamente certa.
A leggere quei dati possiamo rilevare che anche l’andamento del COVID sembra allinearsi con la frammentazione e disgregazione politico-strategica della Costiera Amalfitana: Nella prima fase, quando il contagio veniva solo dall’esterno, i nostri Comuni hanno retto abbastanza bene ed in modo uniforme; non appena la pandemia è diventata “endogena”, quasi magicamente ci ritroviamo con una Costiera variegata e disomogenea: La percentuale dei contagiati nella seconda ondata in proporzione alla popolazione residente, varia in modo sensibile e senza regole da Comune a Comune; nonostante la sostanziale omogeneità e contiguità territoriale dei comuni della Costiera, le percentuali di contagio variano dal 5,33 % di Cetara allo 0,84 di Atrani, praticamente differenze enormi. Le maggiori concentrazioni in contemporanea di contagi in ciascuno comune, si sono avute in modo diacronico, quasi come “colpi di frusta” vibrati dal Covid a zonzo e a giorni diversi per la Divina. Non mi dilungo sui provvedimenti dei sindaci, sui tamponi, sulle disorganizzazioni territoriali, etc. Sono fenomeni che i cittadini della Costiera conoscono meglio di me per viverli quotidianamente sulla loro pelle; non una, ma 14 Costiere diverse, si cimentano nella gestione della quotidianità, ciascuna con i suoi tempi, le sue schizofrenie, i suoi social e la sua stampa. Quindi? Nulla in comune? Ed ecco il paradosso: la Costiera è unita graniticamente solo nelle diversità. Ancora una volta il campanile di ciascun Comune ha suonato la sua campana senza alcuna armonia orchestrale.
La cosa che più mi preoccupa, però, è che la Costiera è narcotizzata dall’effetto COVID, nessun segnale di strategie e progetti comuni si scorge all’orizzonte. Agli Amministratori tutti, Minoranze incluse, voglio dire: “sapete che la Costiera delle Imprese, del Commercio, della Ristorazione, del Turismo in genere, degli Artigiani, dei Contadini, è alla canna del gas? Perché nessuno si preoccupa di ragionare e decidere su progetti infrastrutturali condivisi da mettere subito in corsa per il fiume di soldi che arriverà, comunque, dall’Europa? Nulla di tutto questo! Quando e se arriveranno i fondi, ciascun sindaco si presenterà alla porta del suo protettore per proporre gallerie, funivie, pontili, festival e feste, frane da sistemare, buche da chiudere, tutto senza una visione organica e proiettata al futuro, tutto all’insegna del campanilismo e dell’improvvisazione. Il versante napoletano della costa, da Sorrento a Gaeta, si è compattato sul sostegno a “Procida Capitale della Cultura Italiana 2022”, bravi e complimenti; e noi? Noi no! Noi siamo la Divina, noi siamo i migliori, noi discendiamo direttamente da Abramo, a noi tutto è dovuto, basta stare fermi e litigare un poco per andare avanti.
Un effetto narcotico è calato sulla Costiera Amalfitana e su tutte le coscienze, anche quelle più sensibili; il silenzio avvolge tutto, partiti, gruppi e associazioni, l’unico segnale di rinnovamento sostanziale si è avuto a Positano l’estate scorsa con la nascita di un fenomeno giovanile; e il silenzio di cui parlo non è certo il silenzio della quarantena, per quest’ultimo siamo bravi a romperlo, magari per una festa, per un compleanno e, perché no, per dimostrare al mondo che siamo ribelli.