Crisi di governo: Conte cerca voti in Senato

19 gennaio 2021 | 16:36
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Crisi di governo: Conte cerca voti in Senato

Conte al Senato: “Difficile governare con chi dissemina mine”. Anche Monti e De Falco voteranno a favore

A Palazzo Madama è il giorno decisivo per il governo. Le comunicazioni del presidente del Consiglio: “E’ davvero molto complicato governare con chi ti accusa di immobilismo e di correre troppo, di non decidere e di decidere troppo”. La replica a una delle critiche di Italia Viva: “Opere mai bloccate. Gli appalti di Anas e Fsi sono cresciuti”. I propositi: “Individuare meccanismi che consentano di coordinare più efficacemente il rapporto tra Stato e Regioni”. Il dibattito durerà tutto il giorno: l’esito del voto di fiducia dopo le 20.30.

“E’ molto complicato governare con chi dissemina mine”. Giuseppe Conte si presenta a Palazzo Madama per chiedere la fiducia e ribadisce la chiusura a Italia viva. È il secondo round, quello decisivo, di questa crisi di governo aperta proprio da Matteo Renzi. Pur senza il voto dei renziani, ieri l’esecutivo ha ottenuto la fiducia alla Camera superando la maggioranza assoluta con 321 sì. Come già fatto a Montecitorio, anche a Palazzo Madama Conte si è appellato ai “volenterosi” che vorranno sostenere l’esecutivo. Dopo le comunicazioni del capo del governo è cominciata la discussione generale che ha previsto anche l’intervento di Renzi. Il dibattito durerà tutto il giorno: l’esito del voto di fiducia è atteso dopo le 20.30. Nell’Aula di Palazzo Madama, piena come nelle grandi occasioni, è arrivata anche la senatrice a vita Liliana Segre, accolta da applausi in piedi dei senatori della maggioranza. Al fianco del premier squadra quasi al completo con i ministri Alfonso Bonafede e Paola De Micheli. Presenti anche Luigi Di Maio, Francesco Boccia, Federico D’Incà, Lorenzo Guerini, Roberto Speranza, Sergio Costa, Vincenzo Spadafora e il sottosegretario Riccardo Fraccaro.

Le comunicazioni di Conte – Nel suo discorso, cominciato alle ore 9.41, il premier ha riaffermato i concetti già espressi alla Camera, tornando anche sullo strappo con Italia Viva:, anche oggi sena mai pronunciare il nome del leader Matteo Renzi: “E’ molto complicato governare con chi dissemina mine“, ha detto Conte. Con chi “ti accusa di immobilismo e di correre troppo, di non decidere e di decidere troppo: è davvero difficile governare in queste condizioni“. Tra le accuse rivolte da Renzi a Conte c’è stata anche quella delle opere bloccate. Nell’Aula del Senato il premier ha risposto: “Non è così, le opere non sono mai state bloccate, perché i poteri dei commissari sono stati attribuiti dal decreto semplificazioni ai responsabili unici di progetto. Gli appalti di Anas e Fsi sono cresciuti a 43,3 miliardi rispetto ai 39,4 del 2019″. Conte ha anche difeso la necessità di un sistema elettorale proporzionale. E tra le riforme necessarie, ha parlato del rapporto con le Regioni: “L’esperienza della pandemia impone anche un’attenta, meditata e pacata riflessione sulla revisione del Titolo V“, con “l’individuazione di meccanismi e istituti che consentano di coordinare più efficacemente” il rapporto tra Stato e Regioni. Le comunicazioni si sono concluse alle 10.44, dopo un ora e 3 minuti, con un altro appello – rivolto “a chi ha a cuore l’Italia” – a sostenere il governo. Il discorso del capo del governo è stato scandito da 31 applausi, più numerosi dei 14 ricevuti ieri a Montecitorio ma più tiepidi e provenienti in gran parte dai senatori del centrosinistra. Unica eccezione per l’applauso finale, lungo almeno un minuto e più caloroso, per cui i parlamentario del Pd e del M5s si sono alzati in piedi. Subito dopo non è mancato brusio in Aula, tanto che la presidente del Senato, Elisabetta Casellati è intervenuta per chiedere di far silenzio e poter avviare il dibattito.

La discussione – La discussione generale dura in tutto 5 ore: è cominciata con Pier Ferdinando Casini, subito dopo Mario Monti e Riccardo Nencini. Se i primi due hanno annunciato che voteranno la fiducia, il senatore dei socialisti non ha chiarito il suo orientamento e molto probabilmente si asterrà. A favore, come previsto, anche il Maie-Italia23, come confermato dai senatori Fantetti e Buccarella. Emma Bonino (+Europa) ha invece annunciato il suo No. Sandra Lonardo, senatrice ex Fi, ha ribadito il suo voto a favore: “Sarò una responsabile, costruttrice. Ditelo come volete”. E alla leader Fdi Giorgia Meloni che ieri alla Camera ha ironizzato su responsabili e l’uso della Mastella airlines per salvarsi (Mastella è il marito di Lonardo), ha detto: “La Meloni si è dimenticata che usò il confortevole aereo Scilipoti per conservare il suo posticino da ministra nel governo Berlusconi”. Un altro voto a favore confermato in queste ore, dopo quello dell’ex dem Tommaso Cerno, è quello dell’ex M5s Gregorio De Falco.

Il pallottoliere – Dopo un’altra ora di pausa è prevista la replica del premier (ore 17.30), quindi un’ora e mezza di per le dichiarazioni di voto. Le procedure di voto dovrebbero iniziare verso le 19,30. L’esito dopo un’ora circa. Armandosi di pallottoliere, il presidente del consiglio parte da 152 voti a favore: possono crescere fino a 157/158. Un risultato che non garantisce la maggioranza assoluta ma quella relativa: tanto basta, in ogni caso, per evitare la sfiducia del governo. Tra i senatori già in maggioranza si segnala oggi l’assenza per Covid del M5s Francesco Castiello. Secondo alcune indiscrezioni, anche alcuni forzisti potrebbero decidere di votare la fiducia (come fatto ieri alla Camera da Renata Polverini). Tra le indecise era data Barbara Masini che però, in un post su Twitter, ha smentito e ribadito il suo No alla fiducia. I 17 senatori di Italia viva (Mauro Marino è assente per Covid) sono orientati all’astensione.