Il Kouros di Lentini, un’altra spettacolare opera dell’antichità torna a incantare il Mondo.
Siracusa – Con l’apertura dei musei italiani torna la possibilità di ammirare una delle statue più belle del patrimonio archeologico siciliano protagonista di una storia molto particolare: il Kouros di Leontinoi. ll torso del Kouros di Lentini e la cosiddetta “Testa Biscari”, sono stati, infatti, ricongiunti, e saranno in mostra a Siracusa nella Sala centrale del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”, fino al 7 marzo 2021. L’iniziativa, promossa dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, è stata realizzata con la collaborazione del Comune di Catania, della Fondazione Sicilia e dell’Associazione LapiS (Lapidei Siciliani), che ha effettuato gli studi necessari a definire l’appartenenza dei due pezzi scultorei ad una sola statua. Il Kouros sarà condiviso dai due musei proprietari, il Castello Ursino e il “Paolo Orsi“, con periodi di esposizione che l’accordo di partenariato prevede durino almeno un anno. Era da tempo che gli archeologi ritenevano che il torso e la testa appartenessero ad un’unica statua tardo arcaica greca, databile al 530-490 a.C. Il primo a sostenere questa ipotesi fu, nel 1927, l’archeologo siciliano Guido Libertini. Più recentemente, un team di ricercatori, dopo aver studiato sia il torso sia la testa, ha scientificamente accertato che entrambi i pezzi furono ricavati da un unico blocco di marmo bianco, proveniente dalle cave a cielo aperto di Lakkoi, nell’isola di Creta. Gli studiosi di livello internazionale che hanno collaborato a questa impresa, sono la garanzia scientifica del progetto. La multidisciplinarità con la quale si è operato l’arma vincente: il meglio delle conoscenze scientifiche messe in campo per un risultato straordinario. I koùroi sono tipici soggetti della scultura greca arcaica prodotta tra il VI e la prima metà del V secolo a.C. in Grecia. Si tratta di giovani uomini, in greco, appunto, koùroi (singolare koùros) sempre mostrati in posizione eretta. L’età ideale di questi giovani era compresa tra i 17 e i 19 anni. Essi sono sempre completamente nudi, perché si voleva celebrare la loro bellezza; i loro volti sono sempre segnati da un delicato ed enigmatico sorriso, che la critica ha battezzato come “sorriso arcaico”. Grazie ad accurate analisi archeometriche sul marmo il laborarorio LAMA di Venezia, una delle eccellenze italiane in questo settore di cui si parla, a torto, molto poco, diretto da Fabrizio Antonelli, ha potuto ricomporre perfettamente il capo al corpo. Le difficili operazione di ricongiungimento delle due parti, sono state realizzate presso i laboratori del Centro Regionale Progettazione e Restauro della Regione Siciliana. Per l’assemblaggio dei due reperti si è utilizzato il foro già esistente alla base della testa, troncata nettamente nel Settecento, colmando “la brevissima lacuna” con una protesi in materiale plastico ad alta resistenza. La scultura è stata poi assicurata a un basamento in marmo grigio di Billiemi, opera dello scultore Giacomo Rizzo. Grazie a questi interventi e alle opere di ripulitura effettuati, oggi si può aggiungere una nuova opera al catalogo della statuaria della Sicilia greca: il Kouros di Leontinoi.
a cura di Luigi De Rosa