La Chinese Super League verso una contrazione: imposto il tetto salariale, si chiude l’età dell’oro
Stop ai super stipendi: la Cina taglia gli ingaggiIil provvedimento entrerà in vigore a partire dal prossimo anno e sarà valido almeno fino al 2023. Per i calciatori professionisti cinesi il tetto salariale sarà di 5 milioni di yuan (circa 630mila euro), la metà del tetto da 10 milioni deciso lo scorso anno.
Nomi altisonanti, ingaggi faraonici, operazioni di marketing create ad arte. C’era una volta il calcio delle spese pazze made in China, una vera e propria calamita puntata verso l’Europa. Soprattutto verso fior di campioni ingolositi da ingaggi d’oro e tutt’altro che angosciati dalla modesta Chinese Super League. Negli anni l’esodo è stato incessante, non a caso la crescita del campionato locale era uno dei pilastri contenuti nel famoso “Programma complessivo di riforma e sviluppo del calcio cinese”, pubblicato dal governo centrale nel marzo 2015 per favorire l’exploit di questo sport nella terra del Dragone. E, al culmine, per condurre la Cina alla vittoria del Mondiale entro il 2050.
Nella Foto Graziano Pelle’
Un documento ambizioso, ma anche un gigante dai piedi d’argilla che a distanza di cinque anni si è accorto di non poter sostenere quelle cifre stratosferiche per i suoi attori protagonisti. Così la Federcalcio locale dalla prossima stagione ha introdotto un tetto salariale ai club e un limite agli ingaggi dei calciatori «con il preciso intento di limitare la spesa e promuovere lo sviluppo sostenibile dello sport nel Paese». Ne beneficeranno i vivai e le casse dei club, però l’appeal del calcio potrebbe crollare, allontanando gli sponsor e svuotando gli stadi per assenza di big di caratura internazionale. Di fatto una pietra tombale sulle cifre folli, una sforbiciata netta per gli ingaggi degli stranieri, che non potranno superare i 3 milioni di euro lordi. Per rendere l’idea, attualmente il brasiliano Oscar allo Shanghai Sipg ne guadagna 21 a stagione mentre il contratto appena scaduto di Pellè allo Shandong Luneng ne prevedeva 15 all’anno. Questi, ed altri, sono gli ultimi fuochi d’artificio, poi i rubinetti verranno chiusi.
L’apertura delle sessioni invernali del calciomercato in Europa favorirà il controesodo, molti procuratori sono già all’opera, come dimostrano le voci di un accostamento di Pellè alla Juve, il ritorno probabile di El Shaarawy alla Roma e un possibile interessamento per Eder da parte di Sampdoria e Fiorentina. Il brasiliano Hulk invece ha già salutato lo Shanghai Sipg e non si esclude una parentesi in Premier League. Antenne dritte anche per Fabio Cannavaro, forte di un ingaggio annuo di 13,5 milioni di euro netti alla guida del Guangzhou Evergrande e (per adesso) esentato dalla rasoiata, come tutti i tecnici, incluso Rafa Benitez al Dalian.
Restando alle realtà asiatiche più rilevanti, in breve tempo le spese totali del campionato cinese sono triplicate rispetto alla J-League in Giappone, addirittura sono diventate dieci volte maggiori rispetto alla K-League in Corea del Sud e questa frenata impressa dall’alto si riverbera anche sul ridimensionamento voluto dal governo per gli investimenti all’estero, che siano club di calcio (vedi Inter e non solo) o aziende operanti in altri settori. La crisi scatenata dal Covid-19 di certo non aiuta, anzi sta lentamente sgretolando l’Eldorado che fu. È l’ora dei grandi ritorni, ma certi contrattoni non torneranno mai più. fonte:corrieredellosport