La stella marina più antica ha 480 milioni di anni

20 gennaio 2021 | 19:58
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La stella marina più antica ha 480 milioni di anni

E’ stata portata alla luce in Marocco la stella marina fossile più antica del mondo, ha circa 480 milioni di anni.

Lo rivelano in un articolo pubblicato sulla rivista Biology Letters gli esperti dell’Università di Cambridge, che hanno analizzato il fossile scoperto all’interno della Formazione di Fezouata, in Marocco, risalente all’evento di Biodiversificazione Ordoviciana, durante il quale la vita iniziò a espandersi improvvisamente. «Si chiama Cantabrigiaster fezouataensis – afferma Aaron Hunter, paleoecologo evoluzionista presso l’Università di Cambridge – e presenta un disegno intricato sul dorso, ancora visibile nel fossile splendidamente conservato». Il team ha esaminato i resti dell’animale mappando il corpo della specie nella speranza di apprendere informazioni preziose sulla catena evolutiva delle stelle marine moderne. I ricercatori hanno esaminato centinaia di animali simili alle stelle marine, indicizzando le caratteristiche corporee e valutando il modo in cui Cantabrigiaster fezouataensis potesse collegarsi agli altri membri della famiglia degli echinodermi.

«Trovare un potenziale collegamento tra gli esemplari moderni e quelli così lontani nel tempo – commenta l’autore – è davvero emozionante. Se guardassimo alla fauna marina dell’Ordoviciano, non riconosceremmo nessun organismo, ad eccezione delle stelle marine». Secondo l’analisi del gruppo di ricerca, Cantabrigiaster fezouataensis è privo del 60 per cento delle caratteristiche corporee di una moderna stella marina. «Sembra un ibrido tra una stella marina e un crinoide, o giglio di mare – afferma lo scienziato – un filtro organico attaccato al fondo del mare tramite uno stelo cilindrico. Il livello di dettaglio del fossile è sorprendente: la sua struttura è così complessa che abbiamo impiegato molto tempo per svelarne il significato». «Come la maggior parte delle specie moderne – aggiunge Javier Ortega-Hernandez, collega e coautore di Hunter – il fossile ha una simmetria quintupla, ma questa forma presenta braccia larghe dal contorno quasi pentagonale». Gli autori sottolineano che saranno necessari ulteriori approfondimenti per identificare i resti di altri echinodermi simili. «Speriamo di rispondere alla domanda sul motivo evolutivo che ha portato alla comparsa delle cinque braccia nelle stelle marine – conclude Hunter – sembra che si tratti di una forma stabile, ma non ne conosciamo ancora le ragioni. Grazie a questo ritrovamento, potremmo essere di un passo più vicini alla soluzione di questo mistero biologico».

Fonte: LaStampa.it