Le “Mutazioni” personale di Lucia Damerino
Firenze – Crumb Gallery è un nuovo spazio espositivo, diretto da Emanuela Mollica (architetto), dedicato all’arte e alla fotografia. Una nuova galleria d’arte di donne e per le donne che nel 2019 ha visto l’impegno e il coinvolgimento anche di Rory Cappelli (scrittrice), Lea Codognato (Pubbliche relazioni culturali) e Adriana Luperto (pittrice).Da fine gennaio a fine febbraio, come molte gallerie d’arte e spazi culturali, grazie all’allentamento delle restrizioni anti pandemiala, la Crumb Gallery riaprirà ospitando come prima mostra del 2021, una personale dedicata a Lucia Damerino. “Mutazioni”, questo il titolo della mostra, che per Lucia Damerino, 54 anni, designer che vive e lavora tra Firenze e Milano, rappresenta anche un esordio. Professionalmente impegnata nel design e nel set styling, la Damerino ha mutuato dalla fotografia l’uso degli oggetti, che nella personale si trasformano in materia significante, espressione di un mondo interiore. “Mutazioni”, infatti, è frutto di un lavoro nato durante i mesi del grande lockdown quando da una vecchia cassa in soffitta sono emersi antichi abiti, questa raccolta di foto a questi abiti è stata l’occasione per l’autrice di riflettere sulla memoria e sulla storia famigliare, sui ricordi, a volte anche dolorosi, sulla catarsi che qui avviene attraverso l’azione purificatrice dell’acqua: gli abiti sono stati inseriti, infatti, all’interno di grandi teche di vetro, costruite dalla stessa Damerino, piene d’acqua. Essi fluttuano senza posa, sono l’abito da sposa della sorella, i vestiti degli zii, del padre, lembi di una narrazione intima ma allo stesso tempo parte di una storia universale. Chiffon, crêpe de chine, pizzo, taffetà di organza e drappeggi di seta, che correvano il rischio di essere dimenticati riacquistano, attraverso il movimento fluido nell’acqua e della sua trasparenza, una nuova vita carica di suggestioni che l’artista immortala in scatti suggestivi. Le vesti sono figure mute, sospese nel tempo, che ritrovano colore, che si muovono, in solitudine o in coppia, in modo assolutamente autonomo dai corpi che li hanno abitati, quasi fossero impegnati in una danza derviscia. Sono messaggi in una bottiglia di memorie che non si vuole lasciare all’oblio del tempo.
di Luigi De Rosa