Matteo Renzi – Rottamatore o rottamato? di Giuseppe Civale da Minori
Nel bel mezzo di un pandemia globale e di una brutta recessione non è questo il momento per scatenare una crisi di governo, una crisi irresponsabile ed insensata in una situazione di estrema fragilità. Tuttavia non mi è difficile comprenderne le motivazioni e non escludo possa trattarsi di un bluff. Prevale la convinzione secondo cui il nostro personaggio abbia agito solo ed esclusivamente per fare da ago della bilancia nella vita del governo, di qualsiasi governo, visto che il ruolo di primadonna gli è irrimediabilmente sfuggito dalle mani e che in caso di elezioni Italia “ancora” Viva sparirebbe dagli scenari politici del Paese. L’interpretazione è di prammatica. Non esiste infatti una strategia precisa né a livello politico, né economico. Il nostro soggetto è accusato di protagonismo, esibizionismo, personalismo. Eppure con il clamoroso 40% alle Europee ha avuto l’Italia in pugno; avrebbe potuto cambiare tante cose, concretizzare il sogno di un’Italia digitale, ma l’arroganza lo ha accecato. Ho inizialmente avanzato l’ipotesi che possa trattarsi di un bluff, con Renzi che potrebbe essersi mosso solamente per ottenere qualcosa in più al tavolo del governo, agendo in modo sprezzante e cinico per un vantaggio politico personale, anziché per il bene comune. In ogni caso la mossa del personaggio in questione, a prima vista palesemente spregiudicata, potrebbe regalare all’ex-rottamatore lo spazio politico che gli è stato ormai negato. Tenuto conto della tempistica dell’azione da lui promossa, ritengo che questo sia stato anche il movente fondamentale della mossa di Matteo, ossia un risentimento mal digerito. Altro non c’è!