A Napoli, all’allentamento in zona gialla delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, riprendono le visite guidate nei luoghi meno conosciuti ma anche più affascinanti della città, tra questi ci piace menzionare “Santa Luciella” che è una piccola chiesa nel cuore del centro antico, situata nel vicolo che ai tempi dell’antica Roma era nominato “vicus Cornelianus” ,oggi vico Santa Luciella, che collega San Biagio dei Librai a San Gregorio Armeno. La chiesa fu fondata nel 1327 da Bartolomeo di Capua, consigliere politico di Carlo II d’Angiò e di Roberto I nonché committente di alcuni importanti portali gotici per S. Lorenzo Maggiore e S. Domenico Maggiore e fondatore nel 1314 della chiesa di San Maria di Montevergine. “Santa Luciella” molti anni dopo sarà presa in custodia dai pipernieri, antichi artisti che scolpivano le pietre dure. Questi, abituati a lavorare con scalpello e, temendo che le schegge, schizzando dalla pietra, potessero conficcarsi negli occhi, iniziarono a venerare Santa Lucia, la protettrice della vista, decidendo di dedicarle questo luogo di culto. Nel XVIII sec la chiesetta fu oggetto di un restauro e nel 1748 divenne sede dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione SS. Gioacchino e Carlo Borromeo.Santa Luciella è anche nota per il famoso teschio con le orecchie, un cranio che presenta protuberanze ai lati simili in tutto e per tutto a padiglioni auricolari. A dire il vero non sono stati svolti studi sulla particolare conformazione del reperto, ma va escluso che le protuberanze siano qualcosa di naturale o conseguenza di qualche menomazione. Più che altro gli studiosi tendono a concordare sul fatto che le famose orecchie siano dovute ad un processo di mummificazione della carne. Perché qualcuno avrebbe voluto mummificare le orecchie di un defunto? Si potrebbe trattare di un antichissimo rituale esoterico: una versione confermata da mosaico romano custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Per i fedeli, invece, le orecchie rappresentano un legame fra il regno dei morti e quello dei vivi: in molti si recavano dal teschio per affidargli preghiere, speranze e paure, credendo che, essendo munito dei mezzi per ascoltare potesse trasmettere più facilmente il messaggio a chi di dovere dall’altra parte. Da oggi è possibile la visita all’ipogeo di Santa Luciella a coppie o gruppi familiari di massimo 4 persone accompagnati dalla guida dell’Associazione “Respiriamo Arte” che da anni si occupa di promuovere la conoscenza ma anche la conservazione e il restauro di questo come di altri luoghi storici di Napoli poco noti al grande pubblico. Tutti i luoghi visitati dopo ogni visita vengono areati a lungo seguendo specifiche normative anti covid, gli orari di visita sono dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:00 alle 18:00 per ulteriori informazioni vi rimando al sito dell’associazione “Respiriamo Arte” e all’indirizzo di posta elettronica : respiriamoarte@gmail.com.
a cura di Luigi De Rosa