Teatro Italia

27 gennaio 2021 | 17:35
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Teatro Italia

Una crisi che sembra una farsa e all’orizzonte non appaiono statisti , la riflessione di Secondo Amalfitano mentre l’Italia è in crisi

Ravello, Costiera amalfitana ( Salerno ) . E’ imbarazzante guardarsi intorno e, nel tentativo di cercare di capire cosa sta succedendo, avvertire la sensazione di stare a teatro, spettatore di un dramma o di una farsa che non è reale e non ti appartiene.
Purtroppo non è così, quello che succede in Italia oggi è vero e ci appartiene fino al midollo, anche se media e politica stanno facendo di tutto per farci credere il contrario.
Testardamente e con rabbia provo a fare ordine nella mia testa partendo, come ho sempre fatto nella mia vita, dai dati certi e dallo “Stato di Fatto” per cercare di ricostruire l’oggi e immaginare il domani.
Elementi certi e, credo, inconfutabili:
1. L’Italia e il Mondo stanno attraversando una crisi sanitaria, economica e sociale che non ha pari nella storia;
2. Almeno per due anni ancora, 2021 e 2022, gli effetti di questa crisi saranno giorno dopo giorno ancora duri e difficili da superare;
3. Fra qualche mese (6 ? 12? 18?) arriveranno ingenti risorse economiche da utilizzare per far ripartire il nostro Paese e l’Europa;
4. Siamo governati dalla classe politica più confusa e informe della storia repubblicana italiana – Gruppi e coalizioni politiche che si compongono e scompongono con frequenze e facilità a dir poco supersoniche, mancanza di ideologie da “Politica sottovuoto”, accordi e mercanteggiamenti che avvengono in luoghi oscuri e con metodi da “pizzini”- Esattamente l’opposto di quello che servirebbe per affrontare la realtà dei punti 1), 2) e 3).
Constatazioni abbastanza soggettive:
A. Paradossalmente, e con una semplificazione degna dei migliori prestigiatori, ci vogliono far credere che la crisi attuale abbia un solo responsabile che i media e il Parlamento indicano e trattano come l’unico untore della Politica Italiana;
B. Camera, Senato e Palazzo Chigi in questi giorni, più che il tempio sacro della Democrazia, sembrano il “Gallia della Politica” (ricordate il glorioso Hotel Gallia di Milano sede del calciomercato, con i giornalisti in agguato di una gola profonda o dell’intercettazione fortunosa di un pizzino, per sparare al primo collegamento TV la lista di acquisti e cessioni della ultim’ora?);
C. I nomi e le etichette che ci rifilano per i protagonisti degli scambi, non sono quelli volgari di “transfughi”, “opportunisti” o “traditori”, ma sono quelli nobili delle battaglie sacre: Costruttori, Responsabili, Europeisti, etc.
D. Nel Parlamento l’aritmetica è diventata l’unica materia di studio e di discussione, e sono scomparsi del tutto i termini quali Democrazia, Ideologia, Interesse Pubblico, Rappresentanza, Costituzione, Dignità, Trasparenza. Dove sono finite le “trattative in diretta streaming”? i “Mai con tizio”? i “Programmi”? i “Proclami”
E. Un Presidente del Consiglio che si presenta al Parlamento per la fiducia, con un atteggiamento quasi da questuante con tanto di cappello in mano che invoca “aiutateci” sic., io non lo ricordo negli ultimi cinquanta anni.
Conclusioni personali:
La mia sensazione è che l’Italia sembra assopita e ripiegata su se stessa, all’orizzonte non vedo Statisti e idee degne di appartenere e scrivere il futuro; vedo circa 60 milioni di cittadini trasformati in spettatori silenti nel grande “Teatro Italia”; a questo punto mi assale forte una domanda: è più grave essere semplice spettatore o avere la consapevolezza che la “Compagnia di Teatranti” l’abbiamo scelta noi?
Attingo alla mia storia e alle mie idee e concludo con un invito a me stesso e ai miei concittadini Italiani: “mai come ora bisogna tenere ben presente il vecchio adagio africano che recita: – se ti senti troppo piccolo per cambiare le cose grandi, prova ad immaginarti piccolo e nudo in una stanza chiusa piena zeppa di zanzare”.