Francoforte – Il polpo Argonauta argo è il Mollusco dell’anno
Napoli – Mentre a Sorrento venivano seppellite le ossa della povera balena comune (Balaenoptera physalus) morta nel porto per cause ancora da accertare ma che rimane la più grande mai censita nel Mediterraneo con i suoi 19,70 metri, per un’altra specie marina presente nel Golfo di Napoli si accendono i riflettori della stampa specializzata internazionale. Il polpo Argonauta argo, inatti, specie del Mediterraneo, celebre per il guscio simile a una conchiglia che gli appassionati dei romanzi di Jules Verne ricorderanno citato in “Ventimila leghe sotto i mari“, si è laureato Mollusco dell’Anno (Mollusc of the Year) una competizione promossa dal Senckenberg Research Institute and Natural History Museum di Francoforte che come premio offre il sequenziamento del genoma della specie vincitrice. A portare la specie sul tetto del Mondo è stata la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. La votazione, online, si è conclusa con questo esito il 31 gennaio 2021. Il polpo, con il guscio che rimanda a una “conchiglia”, e con le braccia che sembrano vele, prende il nome dal mito greco degli Argonauti, che sulla nave Argo partirono alla conquista del Vello d’Oro. La specie è stata candidata a questo concorso da Fabio Crocetta, biologo marino della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, che ha recentemente rinvenuto un esemplare di Argonauta argo nel Golfo di Napoli, durante analisi di routine. Gusci di Argonauta sono raffigurati anche in ceramiche risalenti al 3000 a.C.. La specie ha uno stile di vita pelagico a differenza della maggior parte dei cefalopodi, ed è caratterizzata da un estremo dimorfismo sessuale, con le femmine che appaiono come grandi polpi e crescono fino a 30 centimetri ed i maschi generalmente molto più piccoli fino a 2 centimetri. Gli Argonauti, inoltre, sono voraci predatori e usano i tentacoli per afferrare la preda e trascinarla verso la bocca, dove la mordono, iniettando del veleno prodotto dalla ghiandola salivare. Il sequenziamento del suo genoma potrebbe finalmente fornire ulteriori importanti informazioni sui misteri legati alla vita di questa misteriosa e affascinante specie marina.
a cura di Luigi De Rosa
(le foto sono d’archivio)