A fine lockdown a trionfare è di nuovo l’inciviltà
Delfini, balene, cinghiali, istrici, anatre e persino una pantera. Quando un anno fa, di questi tempi, molte nazioni entravano in quarantena per contrastare la diffusione dell’infezione da Sars Cov-2, lasciando semi deserti centri urbani e strade, sembrava che gli animali ne avessero approfittato per riaffacciarsi, più o meno timidamente, in quegli spazi da cui erano stati cacciati a forza dalla dilagante antropizzazione. In quei mesi del cosiddetto grande lockdown la narrazione della natura che riprende i suoi spazi risultava affascinante, soprattutto in questi tempi cupi, contraddistinti da preoccupazione e incertezza per il futuro. Diciamocela tutta, molti di noi, osservando i delfini nuotare nei porti e le lepri correre nei parchi pubblici delle grandi città con i gheppi che le cacciavano dall’alto dei nostri balconi, avevamo creduto e sperato che qualcosa di buono questa pandemia avrebbe potuto regalarcelo. Ci siamo illusi che finito il lockdown noi abitanti del pianeta Terra, sperimentata la costrizione della cattività forzata, saremmo potuti diventare migliori, più assennati, più coscienziosi e giudiziosi. E’ stata una vera e propria illusione durata il tempo di scoprire dove finivano e continuano a finire le migliaia di mascherine che siamo costretti ancora a indossare: in mare, come sempre, come prima di questa maledetta pandemia! Oggi, dopo un anno esatto, ho provato a fare una passeggiata su in collina, al Pizzitiello, un circuito CAI, in penisola sorrentina, breve e rilassante. Cominci il percorso dai Colli di Fontanelle, e se sei allenato tra vecchie mulattiere e saliscendi non troppo ripidi puoi arrivare a Torca (Massa Lubrense) e da lì chiudere l’anello a Le Tore (Sorrento), godendo a Sud la vista de “Li Galli” e della Costiera amalfitana, a Nord il disegno dei Monti Lattari. Ebbene dopo qualche minuto, raggiunto lo spiazzo dei tre pioppi, alberi “monumentali” che disegnano in cielo ghirigori infiniti come hennè, e segnano il primo punto di “ristoro” del percorso, sarebbero anche un’ottima scenografia per un film in costume di quelli che amava girare da queste parti Pasolini, beh di poesia tra i pioppi scopro che ce n’è ben poca. Immondizia ovunque. L’eredità di qualche festino non autorizzato, bottiglie di birra, di spumante, tracce di fuochi accesi, stoviglie e buste, a questo poi posso aggiungere con profondo rammarico anche le cartucce di alcuni cacciatori, meno male che a Bruxelles hanno preso seri provvedimenti in merito perché l’Unione Europea l’ha messo nero su bianco che il piombo è cancerogeno e cartucce e pallini che lo contengono anche l’Italia deve farli sparire, a questo proposito vi rimando al report del Wwf Italia “Cartucce avvelenate” per capire il pericolo che corriamo a causa del piombo, intanto ne conto una decina sul sentiero, ma la caccia non era chiusa? Cosa aggiungere, non mi faccio illusioni, vorrei lasciare il mio Paese pulito così come hanno fatto i miei nonni con me. Vorrei che la gente questo lo capisse, ma sono convinto che a noi italiani ci convinci solo quando ci metti le mani in tasca, e allora caro Ministro dell’Ambiente raddoppi le multe e finanzi con quei soldi corsi di educazione ambientale nelle scuole, assuma altri forestali per il controllo dei sentieri, s’inventi qualcosa di più incisivo. In fondo in Italia abbiamo registrato un calo sostanziale di morti sulle strade solo con l’introduzione della patente a punti e adottando sanzioni sempre più salate; siamo un popolo indisciplinato, i nostri politici che pensano alle loro beghe mentre il Paese muore riflettono appieno quello che siamo.
di Luigi De Rosa