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Falco pellegrino recuperato sul Monte Faito liberato a Capodimonte

13 febbraio 2021 | 19:38
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Falco pellegrino recuperato sul Monte Faito liberato a Capodimonte
Falco pellegrino soccorso da attivisti del Wwf

Napoli – Un falco pellegrino, (Falco peregrinus) ritrovato sul Monte Faito, oltre un anno fa, soccorso dai Carabinieri Forestali e poi curato dal Servizio Veterinario della ASL Napoli 1 in sinergia con il Centro di Riferimento Igiene Urbana Veterinaria e i medici del Centro di Recupero Animali Selvatici della “Federico II”, è stato liberato nella giornata di ieri nel Real Bosco di Capodimonte.

Un momento emozionante, e a tal proposito merita per questo un ringraziamento  il Direttore del Museo e del Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger per aver ancora una volta cooperato con la Asl Napoli 1 Centro al fine di dare un contributo al territorio della città di Napoli.

Al momento del ricovero il falco presentava una frattura esposta del metacarpo destro. All’esame radiografico si evidenziavano corpi estranei a radiopacità metallica, compatibili con proiettili d’arma da fuoco. Peccato, siamo ancora una volta qui a raccontarvi di un animale nobile e amatissimo fin dall’antichità che alcuni criminali hanno tentato di uccidere.

Il falco pellegrino prende il nome dal piumaggio sul capo, che ricorda un copricapo scuro molto simile ai cappucci che, nel Medioevo, indossavano i pellegrini mentre compivano lunghissimi e impervi viaggi lungo le vie della devozione in tutta Europa. Il falco può raggiungere i 320 chilometri orari, superando in velocità perfino una macchina sportiva, è un animale tendenzialmente fedele, che cercherà un nuovo compagno solo dopo la morte del precedente.

I falchi femmina, di dimensioni molto più grandi rispetto ai maschi, depongono dalle 2 alle 4 uova.

Piuttosto intolleranti ai rumori dell’uomo, di solito nidificano su rocce scoscese o in nidi abbandonati di altri rapaci, in penisola sorrentina uno dei posti più suggestivi dove ammirarne il volo è la Baia di Ieranto. Ma oggi non è raro trovarli in città, su campanili o palazzi molto alti. Negli anni scorsi ne sono state avvistate alcune coppie sulla cime della Lanterna di Genova nel 2013 e nel 2017 sul Grattacielo Pirelli di Milano.

Durante il grande lockdown sempre a Milano molti cittadini costretti a rimanere in casa hanno potuto sperimentare il loro ritorno in città e la proverbiale leggiadria nel volo. Nella foto d’archivio, un falco pellegrino liberato sempre qualche anno fa da attivisti del Wwf Terre del Tirreno e Carabinieri Forestali della Stazione di Castellammare di Stabia.di Luigi De Rosa

Generico febbraio 2021