Governo Draghi: oggi fiducia al senato. Dal non fallimento della politica ad una vera parità di genere

17 febbraio 2021 | 19:55
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Governo Draghi: oggi fiducia al senato. Dal non fallimento della politica ad una vera parità di genere

Quello di oggi è stato un discorso di 53 minuti in cui Mario Draghi ha chiesto la fiducia al Senato, una fiducia che potrebbe essere la più ampia nella storia della Repubblica, il voto è previsto a partire dalle 22 mentre giovedì sarà il turno della Camera.
Il discorso di Draghi al Senato è cominciato con un riferimento al momento pandemico: “la pandemia è una trincea dove tutti combattiamo insieme, il virus è nemico di tutti” vira poi verso i ringraziamenti a Giuseppe Conte, trovatosi ad affrontare un’emergenza sanitaria mai vista dall’Unità d’Italia, tra applausi e fischi per gli omaggi al suo predecessore afferma come è questo il governo del Paese, che riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche a cui è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti in pieno spirito repubblicano.
Ribatte Draghi e risponde chiaramente a quanti hanno sostenuto come l’attuale esecutivo sia la dimostrazione del fallimento della politica: “Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”. Tanti sono i riferimenti alla storia, alla storia d’Italia, alla storia repubblicana. La durata dei governi in Italia – ammette Draghi – è stata, sempre, mediamente breve ma tale deformazione, se così può essere definita, non ha mai neutralizzato – nei momenti più drammatici – il coraggio di prendere decisioni decisive per il futuro. “Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: ‘le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività”. Vi è il riferimento al Dopoguerra nelle parole del presidente, è necessaria una ricostruzione simile a quella del passato in cui collaborarono ideologie politiche tra loro contrapposte. Ritorna forte nelle parole di Draghi la metafora del sacrificio, un sacrificio compiuto dalla precedente generazione da rinnovare oggi con l’obiettivo di non deludere i nostri giovani, vittime di un paese che non sa riconoscere il merito e che non ha ancora realizzato una vera parità di genere, nella speranza che i giovani che prenderanno posto nella futura classe dirigente non abbiano da che rimproverare a chi c’è stato prima. Con forza riprende le parole di Papa Francesco, domandando retoricamente: “Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo?” risponde: “Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così”
Descrive lo stato del Paese dopo un anno di pandemia, sottolineando il calo dell’aspettativa di vita (2 anni), i nuovi poveri passati dal 31 al 45%, una disoccupazione selettiva su autonomi, giovani e donne. Tra le priorità il piano vaccinale e la scuola – rivedere il percorso scolastico annuale e il ritorno in sicurezza –. La parità di genere come necessaria allo sviluppo del paese: ridurre il divario salariare fra uomini e donne – in Italia fermo al 43,7% contro una media europea del 39,6%, con un tasso di occupazione femminile più basso rispetto alla media europea – e incrementare i servizi di welfare. Tra le riforme urgenti richieste dal Recovery Plan, cita gli investimenti pubblici, sul fisco e la lotta all’evasione
Il discorso del presidente del consiglio si chiude con la speranza di un necessario e convinto sostegno del Parlamento, un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. In ultimo un richiamo, un richiamo all’unità, che non sia opzione ma dovere, un dovere guidato da ciò che unisce tutti: l’amore per l’Italia.