“In un giorno qualunque di una vita sospesa…” Un romanzo di Peppe Storti
Giuseppe Storti svolge un ruolo dirigenziale presso il Consiglio Regionale della Campania, ha messo i panni dello scrittore e ha pubblicato per i tipi della Casa Editrice Guida Editori un libro dal titolo “ Il Tempo Fermo, un amore per caso”. Giurista di professione, giornalista per passione è iscritto all’Albo dei giornalisti, elenco pubblicisti della Campania dal 1982. Ha iniziato l’attività con il quotidiano “Il Mattino” di Napoli, per il quale è stato collaboratore per decenni. Direttore del settimanale “Casoria due” per otto anni, nonché di tanti altri periodici locali e regionali. Fondatore del “Giornale di Casoria” nel 2010, Giuseppe Storti è appassionato e cultore di storia locale, cura una pagina social ed un blog dedicato alla storia di Casoria, suo paese di nascita. Inoltre ama la lettura: “Chi è analfabeta a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. C’era quando Abele uccise Caino, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…. perché la lettura è un’immortalità all’indietro” questa la celebre frase di Umberto Eco che il “nostro” ha preso come sua impostazione di vita personale e professionale.
La vita è come un libro. Ogni giorno c’è una nuova pagina da scrivere, il libro è sempre ricco di avvenimenti da raccontare e di bei momenti da ricordare. Tanti iniziano a scrivere a seguito un’idea ma poi, senza un lavoro di preparazione, non portano a termine il lavoro presi dalla vita quotidiana.
Occorre dedicare alla scrittura il tempo necessario e programmato per evitare che la passione si disperda. E necessario continuare con costanza a scrivere, specialmente se si vuole scrivere un romanzo, per non perdere il filo logico che lega le varie storie, contestualmente non bisogna scrivere senza lo stimolo solo perché avevamo messo in programma di dedicare una serata al “mestiere di scrivere” perché è proprio questo il rischio che si corre, magari spinti dall’editore che vuole avere il manoscritto per inserirlo nelle strenne.
Giuseppe ( o meglio Peppe come lo chiamiamo noi amici) Storti è noto per essere una persona pragmatica e precisa che si pone degli obiettivi, magari sfidanti, che ha sempre portato in porto. Occorre sempre interessare il lettore, come nel caso di questo libro che si legge tutto d’un fiato.
Il libro descrive che in un giorno qualunque di una vita sospesa, accade qualcosa di nuovo. Eppure la strada percorsa è sempre la stessa. Carlo è un abitudinario cronico. Nelle sue orecchie ronzano le parole della mamma: non cambiare mai la strada vecchia con la nuova. Sua madre è per lui un’ombra interna che lo guida sempre. Eppure in un giorno qualunque di una vita sospesa in un tempo fermo, ecco l’incedere improvviso del destino posarsi su di lui. Assorto nei suoi cupi pensieri, sente una voce. Alza gli occhi, gira la testa e vede lei. E allora un uragano di emozioni gli attraversa l’animo. E tutto cambia! E’ una bellissima storia d’amore che nasce su di un treno e si sviluppa all’interno del Centro Direzionale di Napoli. Il protagonista è Carlo, un cinquantenne immerso nel suo “tempo fermo”, ovverosia la sua alienante vita quotidiana, che va avanti senza scosse, se non i ricordi dei suoi anni giovanili, dei suoi studi classici, che fanno da contraltare alle sue giornate. Ha un alter ego, quasi un altro se stesso, che dà corda alle sue manie, ed ai fantasmi che animano le sue ore. Un eterno ritorno del sempre uguale, che poi gli serve per giustificare ciò che gli appare un fallimento della sua vita. Poi: d’improvviso la svolta, con l’incontro sul treno con Sandra: la protagonista femminile del libro.
Molti sono i riferimenti contenuti nel libro della Madre. Il legame tra madre e figlio non si interrompa mai. Ed è spiegato bene nel libro. Quel cordone ombelicale che il medico recide dopo la nascita di un bambino, non si recide mai davvero, resta per sempre. Anche dopo la morte di una madre. E’ una sorta di Filo D’Arianna della mitologia greca, che ci indica il cammino quando siamo in difficoltà, dandoci la forza ed il coraggio di andare avanti.
Nel libro Storti esterna il suo pensiero sull’amore: « L’amore è la leva che muove il mondo. E’ l’Alfa e L’Omega di tutto. Però occorre anche il coraggio nell’amare. Ed il protagonista del libro, difetta proprio in questo. Carlo, crede di essere sfortunato nei rapporti amorosi. Pensa che le sue delusioni siano le stesse dei poeti che ha studiato al Liceo. Poi, quando arriva il grande ed improvviso amore – scrive Storti – , che trasforma il suo tempo fermo in un vortice di frenesia sentimentale mai provata prima, non ha il coraggio di rinunciare alla sua vita, che pure gli sembrava inutile e paranoica. Ma probabilmente ciò era un alibi che si era costruito. Infatti il finale a sorpresa ci fa capire molto di più».
Commenta Giuseppe Storti a chi gli chiede se prevede un seguito del romanzo oppure se ha intenzione di scrivere un nuovo libro: «I progetti futuri, non li ho ancora immaginati. Ora sono concentrato a promuovere il libro, sentendo sempre forte il dovere ed il piacere di ringraziare il Direttore Diego Guida per l’opportunità che mi ha concesso».
Harry di Prisco