Le anime perse del MoVimento. Cosa farà ora il M5S dopo Conte con Draghi ?

4 febbraio 2021 | 21:29
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Le anime perse del MoVimento. Cosa farà ora il M5S dopo Conte con Draghi ?

A posteriori delle dimissioni di Giuseppe Conte nel Movimento 5 stelle tira aria di tempesta: una leadership decapitata, il timore delle elezioni e nessuna idea che valga la pena essere portata avanti. La scesa in campo di Mario Draghi è stata accolta con sgomento dalle anime del Movimento. Per la religione dei pentastellati la finanza e le banche rappresentano il male assoluto ed è per questo che non ci stupisce la posizione di rifiuto nei confronti di un governo tecnico e la speranza – fino all’ultimo minuto – di un “Conte Ter”. Ci stupisce, tuttavia, la posizione delle ultime ore: il Movimento cambia la sua rotta e si proclama favorevole ad un esecutivo politico con Draghi, con tutte le limitazioni del caso: il reddito di cittadinanza non va cancellato ma migliorato, ad esempio, ma anche un reddito universale, un’imposta patrimoniale per i super ricchi, acqua pubblica, blue economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica. È tutto nelle mani dell’uomo che salvò l’Europa, ancora una volta nel giro di pochi giorni.
I discepoli di Grillo si siederanno al tavolo e già si parla di due ministri provenienti dal Movimento, sicuri – a loro volta – del fatto che per Draghi siano loro gli alleati naturali e non gli esponenti della Lega.
Le fratture all’interno del Movimento circa una collaborazione con Draghi, sono state vagliate approfonditamente e si è dovuto combattere affinché non si andasse incontro ad una divisione insanabile. È scomparsa dal tavolo l’ipotesi di un voto sulla piattaforma ‘Rosseau’, che complicherebbe solo la situazione comportando lacerazioni ancora più profonde e la fuoriuscita di alcuni. Circolano voci diverse, un’ala non voterebbe la fiducia ma rimarrebbe parte attiva del Movimento, un’altra porzione – invece – potrebbe percorrere la strada opposta e uscire dal M5s qualora si dicesse no ad un rapporto con Draghi.
È Luigi di Maio a fare da mediatore. È infatti lui ad effettuare un invito ad allentare la pressione e trovare un punto comune e di distensione. Sabato ci saranno le consultazioni, il M5s si presenterà al cospetto di Draghi con la sua storia e le sue posizioni cosicché nessuno resti indietro, afferma Vito Crimi.