Minori, la lettera al sindaco Reale di Gerardo Russomando: “Caso Cetara da esempio”

23 febbraio 2021 | 20:13
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Minori, la lettera al sindaco Reale di Gerardo Russomando: “Caso Cetara da esempio”

Lettera aperta al Sindaco di MinoriAndrea Reale da parte di Gerardo Russomando.

Gentile Sindaco, sono un cittadino di Maiori e sto seguendo da un po’ di tempo le vicende relative al virus cinese in costiera amalfitana.

Ricordo benissimo cosa lei ebbe a dire in prossimità del Natale:” … feste di compleanno, feste di laurea, cori, funerali, non in regola, … hanno generato in questi primi giorni dell’anno circa oltre 300 tamponi ……basta con feste, tombolate, cene, ed incontri con non conviventi ……basta da subito”.

E, come forse saprà, nel mio Comune, il suo collega Sindaco, in un video messaggio del 27 dicembre, parlando dei nuovi contagi, espresse concetti simili ai suoi. Anzi, aprí ufficialmente la caccia all’untore invitando i suoi concittadini a fare segnalazioni anonime.

Poi, sappiamo anche come è finita. E, da allora, il Sindaco di Maiori non è più riapparso in pubblico: evidentemente sta studiando come chiedere scusa a quelli che furono pubblicamente massacrati.

Ma la cosa su cui la vorrei invitare a riflettere è un’altra. In 12 Comuni della costiera i casi di positivi emersi sono stati complessivamente, da quei giorni ad oggi, ben oltre 500. Unica eccezione Cetara: dal giorno di Natale ad oggi è venuto fuori un solo nuovo caso.

Poche ore fa, lei, a proposito degli sviluppi della nuova variante del virus, ha dichiarato: “La situazione è preoccupante, ultimi casi legati alla variante inglese del Covid, dovremo rivedere le nostre strategie”.

Ecco, nel “rivedere”, io credo che quello che è accaduto dalle nostre parti a Cetara non sia niente altro che la conferma della verità di quanto fu provato in maniera scientifica un anno fa a Vo’Euganeo: il vero problema di questa pandemia è l’individuazione e l’isolamento dei positivi asintomatici.

Perciò, sono profondamente convinto che la strada più intelligente per combattere questo nemico sia quella di anticipare le mosse (prevenzione e non cura).

Visto che per ogni Comune della costiera amalfitana le difficoltà sarebbero davvero vicine allo zero, perché non ci si AUTO ORGANIZZA in ogni Comune e si provvede a mettere in piedi un CENTRO per fare tamponi in maniera molto più estesa? Credo che non sia per nulla vietato e penso anche che il tema dei “costi” possa essere tranquillamente gestibile.

Insomma, bisogna cambiare l’approccio metodologico. Adesso è semplicemente “ricostruzione della catena dei contatti”. Però, come dimostrano ampiamente anche i numeri delle differenze tra la prima e la seconda ondata nei nostri 13 Comuni, questo approccio è assolutamente insufficiente ed inadeguato. Ed ora, come lei stesso dice, le cose si potrebbero aggravare ulteriormente.