Testa di maiale in strada a Vico Equense, l’offesa a un rito sacro.

4 febbraio 2021 | 20:13
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Testa di maiale in strada a Vico Equense, l’offesa a un rito sacro.
Testa di maiale rinvenuta ai margini di una strada

Una testa di un maiale è stata rinvenuta da alcuni escursionisti ad Arola, frazione di Vico Equense, a margine della strada Raffaele Bosco che conduce da Alberi ad Astapiana, ma non vi allarmate nessun messaggio mafioso, si è trattato però di un’azione altrettanto squallida, abbandono in luogo pubblico di una carcassa di animale, simbolo di totale inciviltà. Del macabro ritrovamento è stata informata l’Asl Veterinaria di Piano di Sorrento. Stando alle testimonianze raccolte non è il primo ritrovamento ad Arola, in passato altri escursionisti hanno rinvenuto parti macellate di bovini e ovini sempre a bordo strada in località Casanocillo. Questi episodi ci portano a ipotizzare che non si tratti di casi isolati ma di un’abitudine ben radicata ad allevare e macellare clandestinamente animali, che oltre al rischio igienico sanitario comporta anche considerazioni di ordine alimentare: chi alleva e macella clandestinamente animali consuma o immette sul mercato carni infette, l’abbattimento di un animale e la sua macellazione sono regolamentate in Italia e in Europa dal Regolamento (CE) n.1099/2009 e dal Decreto Legislativo 6 novembre 2013, normative adottate a garanzia sia dell’animale (che ad essere trattato con dignità fino alla fine della sua vita) che di coloro che ne consumeranno le carni. Un tempo l’abbattimento e la macellazione di un animale rappresentava uno di quei riti arcaici fondanti di una comunità, ci sono studi di grandi antropologi a riguardo, cito su tutti Ernesto De Martino e Emile Durkheim: il rito permette di fondare o di rinsaldare i legami interni alla comunità. La macellazione del maiale, il rito del porco, nelle nostre comunità contadine seguiva un rituale antichissimo (alcuni autori parlano di epoca neolitica), l’intera famiglia partecipava all’abbattimento e alla macellazione dell’animale di cui, come vuole l’adagio, non si buttava via nulla, perché al contrario della nostra società consumistica quella contadina aveva un profondo rispetto per l’animale che faceva parte della famiglia, e gli uomini di quel tempo erano consapevoli che il sacrificio di quell’animale avrebbe garantito la sopravvivenza dell’intera comunità. La stessa teologia cattolica oggi, cito Martin M. Lintner e lo stesso Papa Francesco rispettivamente in “Etica animale” e “Laudato si’” sottolineano il rispetto che si deve allanimale servito a tavola, entrambi gli autori cattolici evidenziano il valore proprio di ogni creatura e la priorità dell’essere rispetto all’essere utili, in altre parole l‘animale non deve essere ridotto a mero valore funzionale agli interessi umani. Chi ha abbandonato la testa del maiale in strada ha mancato di rispetto all’animale, agli uomini e a Dio.
di Luigi De Rosa