A Torino due nuovi boschi, “oro verde” dedicato alle donne
A Torino saranno realizzati due nuovi boschi dedicati alle donne, uno in via Sant’Ottavio intitolato a Lia Varesio, l’angelo dei clochard, l’altro nell’area verde attorno alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedicato a dodici artiste. Il progetto “weTree” è nato dalla collaborazione tra Agroinnova – Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino – e il Comune porterà a riqualificare uno spazio dell’Università all’interno del comprensorio denominato Palazzo Nuovo, tra Via Verdi e Corso San Maurizio: la struttura ospita la Scuola di Scienze Umanistiche e i relativi Dipartimenti.
Lo spazio individuato per il futuro bosco fa parte dell’area verde che caratterizza la facciata principale di Palazzo Nuovo e rappresenta l’ultimo step da completare per la completa riqualificazione ‘green’ della struttura. Il primo progetto si chiamerà “Il Bosco degli altri” ed è dedicato a Lia Varesio, Cavaliere della Repubblica, che ha speso la sua vita per aiutare i senza fissa dimora; nel perimetro di Palazzo Nuovo ci sarà la messa a dimora di una decina di aceri (Acer Rubrum “October Glory) scelti per il loro abito autunnale rosso brillante, accanto ad essi in aiuole tulipani rossi (tulipa knaufmanniana) quindi Heuchera “forever red”. Dalle paesaggiste Chiara Otella e Stefania Neretto è stato scelto il rosso perché è colore dell’amore, della forza, del sangue, del velo da sposa nell’antica Roma: il flammeum. Le nuove piantumazioni s’integreranno con quelle esistenti, sarà un giardino pensato per essere guardato dall’alto affacciandosi dall’Università, le piante declineranno tutte le sfumature del rosso. Il secondo progetto nel giardino Fergat di via Spalato, area verde dietro la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo vedrà la piantumazione di dodici Liriodendrum tulipifera o alberi dei tulipani, con fioritura giallo oro, ognuno di essi sarà intitolato a una donna artista. Queste nuove aree verdi torinesi vogliono celebrare l’amore per l’arte e la solidarietà. Il progetto torinese sposa in pieno quello che è un concetto caro ai nuovi paesaggisti espresso molto bene nel saggio “Oro Verde” di Francesca Neonato, Francesco Tomasinelli e Barbara Colaninno (Verde Editoriale; 2019) aggiungendo alla progettazione finalizzata alla creazione dei servizi ecosistemici , Cultura e Solidarietà. “Il verde urbano non è solo arredo o decoro, e un parco pubblico non è solo un luogo di svago. Grazie alla massa di vegetazione, un parco infatti aiuta a mitigare le temperature, che si trasforma in risparmio energetico; regola il flusso delle acque piovane, trattenendole nel suolo e restituendole potabili; aumenta il valore immobiliare; limita il rumore e filtra gli inquinanti; può mitigare visuali sgradevoli e costituire l’habitat di animali selvatici che vivono nelle nostre città”. Tutti questi benefici sono i “servizi ecosistemici”, il regalo che una città più verde può fare ai suoi abitanti, migliorandone sensibilmente la qualità della vita! Questo in estrema sintesi quanto sia la dottoressa Francesca Neonato che Claudio d’Esposito, Presidente del Wwf Terre del Tirreno sottolinearono a Sant’Agnello nel 2019 durante la presentazione del testo, la speranza è quella che gli amministratori locali, parlo della penisola sorrentina, recepiscano il concetto di “servizio ecosistemico” legato all’albero: piantare un piccolo limone in un parco urbano lasciando tutto il resto a prato da “ritinteggiare quando scolora” non è utile, non è architettura del paesaggio, forse è solo molto kitsch per usare un eufemismo.
di Luigi De Rosa