Cava de’ Tirreni, asta al Comune: ex inceneritore in vendita
Cava de’ Tirreni, asta al Comune: ex inceneritore in vendita. L’Amministrazione comunale è sempre più intenzionata a liberarsi quanto prima dell’ex inceneritore di via delle Arti e dei Mestieri nella frazione di Santa Lucia. Portato ormai a termine l’intervento di riqualificazione e messa in sicurezza della nota strada che negli anni è stata teatro di un elenco infinito di incidenti – sono stati realizzati i marciapiedi, completamente rifatti l’asfalto e la segnaletica e installate delle isole spartitraffico – non resta che trovare una soluzione per l’impianto dismesso al limitare della zona.
E difatti l’ecomostro figura nel piano degli immobili da alienare da qui a un anno. L’esecutivo del sindaco Vincenzo Servalli ha inserito la struttura, e i vari lotti che lo compongono, nell’elenco delle proprietà che saranno messe in vendita ed ora è alla ricerca di un acquirente disposto a farsene carico. Tre i lotti messi all’asta: i due locali deposito il cui valore stimato è di 129mila (il primo) e 64mila euro (l’altro), più un terzo locale appartamento che inizialmente era destinato al custode dell’immobile (242mila euro).
Il blocco comprensivo dell’immobile, dunque, sarà bandito per un totale di 435mila euro. Al netto della vendita sono diverse le ipotesi di futuro che riguardano l’immobile. Una volta che sarà individuato il soggetto interessato all’acquisto, l’edificio potrebbe essere abbattuto o, piuttosto, ridestinato secondo le normative e i vincoli previsti dal Piano urbanistico comunale (che in quella zona individua l’area a sviluppo industriale) in modo tale da non rimanere, così, un’incompiuta cattedrale nel deserto come era stato finora. Addirittura si era vociferato di farne un deposito rifiuti in attesa di essere smaltiti, ma la proposta era stata immediatamente depennata, considerata la densità urbanistica dell’area e che già anni addietro era stata proprio la funzione principale dell’immobile a sollevare le polemiche dei cittadini residenti preoccupati delle ripercussioni che i fumi avrebbero avuto sulla loro salute.
L’inceneritore, infatti, funzionò solo dal 1975 al 1978 perché in tre anni innumerevoli furono i danni ambientali provocati dallo smaltimento dei rifiuti tramite combustione. Nell’aria vennero disseminate, mediante l’utilizzo di forni a gas e due ciminiere, quantità incalcolabili di sostanze tossiche, provocando malattie e decessi. Oltre all’ex inceneritore di Santa Lucia, poi, le nuove disposizioni amministrative hanno previsto un elenco di ben 108 immobili da vendere. Si tratta per la maggior parte di appartamenti (95 in totale tra alloggi, mini-alloggi e prefabbricati pesanti) che rappresentano il 54 per cento (circa 9,7 milioni di euro) delle entrate attese dalla messa in vendita.
Ci sono poi 12 locali terranei, 13 depositi e altre strutture adibite ad uffici e garage. Bisognerà, invece, attendere che si concludano le procedure legali relative all’ex Cofima per vedere figurare nell’elenco dei beni da alienare anche quest’altro ecomostro della città che il sindaco Vincenzo Servalli è fermamente intenzionato a vendere. L’opificio di via XXV luglio – acquistato dal Comune 11 anni fa all’asta fallimentare – costa oggi alle casse di Palazzo di Città circa mille euro al giorno ed è tornato sotto i riflettori un mese e mezzo fa quando la Procura della Corte dei Conti regionale ha invitato il Comune a procedere al recupero coattivo della somma di circa 3 milioni di euro nei confronti di 20 amministratori ed ex amministratori comunali che nel 2010 si espressero con voto favorevole all’acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile. Proprio in quest’occasione il primo cittadino aveva ribadito la sua intenzione di liberarsi quanto prima dell’immobile.
Fonte La Città di Salerno