Cava de’ Tirreni. Sono passati 20 anni dalla morte del commissario di polizia Anna Esposito, ed è ancora mistero
Anna Esposito era un commissario di polizia, lavorava all’ufficio digos alla questura di Potenza. Il 12 marzo 2001 venne trovata morta, impiccata con una cinta assicurata alla maniglia della porta del bagno, nella caserma Zaccagnino in via Lazio a Potenza. Gli inquirenti hanno nuovamente archiviato il caso ma noi non ci fermeremo , così scrive la Pagina facebook Verità per Anna Esposito
Era il 12 marzo del 2001 quando la trentunenne, dirigente della Digos a Potenza, fu trovata impiccata con una cintura alla maniglia della porta del bagno nel suo appartamento in caserma. L’anno dopo l’inchiesta aperta nei confronti di ignoti, per istigazione al suicidio, era già archiviata. Ma all’ipotesi di un gesto autolesionista la famiglia non ha mai creduto, insistendo perché si indagasse sull’ipotesi di omicidio. Nel 2010 emersero sospetti di legami con l’assassinio di Elisa Claps e il duplice delitto Gianfredi ; l’inchiesta passò a Salerno, perché nel caso Gianfredi vi era il coinvolgimento di un magistrato, ma anche quella pista non portò a nulla e gli atti tornarono a Potenza. Si ipotizzarono collegamenti con un’indagine sugli ambienti dell’estrema destra, che la poliziotta stava conducendo poco prima di morire, e l’avvocato della famiglia, Angela Cisale , fece rilevare che dall’agenda della donna erano state strappate alcune pagine. L’inchiesta fu riaperta con un solo indagato, il fidanzato Luigi Di Lauro , giornalista della Rai, e nel novembre del 2014 la salma di Anna Esposito fu riesumata per consentire una nuova autopsia e fugare ogni dubbio. È proprio da quella perizia secondo cui la presenza di un’altra persona sul luogo della morte deve essere esclusa – che emersero poi gli elementi a sostegno dell’archiviazione definitiva.
«Anna è la vittima di uno Stato assente – avevano scritto i familiari a margine della petizione che ha già raccolto centinaia di adesioni in città e non solo , come riportò La Città – Anna era la figlia di gente comune, ma a quanto pare la gente comune non ha diritto alla giustizia. Per il ruolo da lei ricoperto ci saremmo aspettati più interesse nello scoprire chi ha commesso questo crimine, ma già dal giorno del ritrovamento hanno cercato di mettere a tacere tutto. I fatti parlano chiaro e troppi elementi fanno pensare a un “suicidio anomalo”. Il nodo posizionato anteriormente (anziché posteriormente ) e la posizione del corpo (non sospeso ma semi-seduto) fanno apparire sin da subito il suicidio anomalo»
Pochi mesi fa la madre Olimpia è andata in cielo e saprà quella verità che non è riuscita a sapere qui in terra, ora avrà le certezze e potrà riabbracciare la figlia.
Rip