Forest Day, WWF: Nelle foreste “antiche” il futuro della biodiversità
Forest Day. Nei boschi si nasconde il futuro della biodiversità, ci riferiamo in particolare a quelli vetusti, sta infatti nella loro conoscenza e nella loro conservazione la chiave per custodirla. Le foreste primarie e secolari sono ecosistemi ricchi di molteplicità di vita rare e preziose, capaci di immagazzinare grandi quantità di carbonio trattenendolo nel legno e nelle radici, contribuendo così alla lotta ai cambiamenti climatici. Servono più boschi maturi ed ecosistemi forestali più complessi e in evoluzione naturale, la cui gestione sia ispirata al modello offerto dai boschi vetusti. E’ questo l’appello che lancia il Wwf in occasione dell‘International Forest Day, la Giornata internazionale dedicata alle foreste che sarà celebrata domenica 21 marzo. Un obiettivo che si è posta anche l’Unione europea che con la Strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030 riconosce esplicitamente il valore intrinseco delle foreste primarie e la necessità di proteggerle. Come primo passo l’Ue si è posta l’obiettivo di definire, mappare, monitorare e proteggere rigorosamente tutte le foreste primarie e vetuste ancora esistenti in Europa. Non è da meno l‘Unesco, che ha creato il Sito diffuso delle antiche foreste di faggio europeo, un insieme di 78 tessere di faggete (superficie totale di 90mila ettari più di 250mila di aree cuscinetto) distribuite in 12 paesi europei. Ben dieci sono le faggete italiane inserite in questa rete ed estranee all’intervento umano. In linea con la mission WWF “ReNature” il WWF Terre del Tirreno sta collaborando con i comuni di Massa Lubrense e Sant’Agnello per aumentare la presenza arborea nelle città. In particolare, grazie ai finanziamenti concessi dalla Città Metropolitana di Napoli per combattere i cambiamenti climatici e contrastare il riscaldamento globale, si procederà a rimboschire una scarpata che delimita un’area di parcheggio (Centro 5) e piantare nuovi alberi e arbusti nel “Parco delle Sirene” a Massa Lubrense, oltre ad alberare il secondo Corso S.Agata, mentre a Sant’Agnello sono previste decine di nuove grosse alberature per la piazza Matteotti e centinaia di alberi a ripristinare le fallanze stradali! Contemporaneamente i volontari WWF Terre del Tirreno continuano a piantare alberi in natura ovunque possibile dalle coste del parco Punta Campanella alle cime dei Monti Lattari nell’omonimo parco regionale. Aggiunge il Presidente del Wwf Terre del Tirreno Claudio d’Esposito:”E’ una lenta, silenziosa e continua opera di rinverdimento del nostro territorio, fatta in punta di piedi, senza riflettori mediatici. Appena è possibile lavoriamo con i nostri mezzi per distribuire “verde speranza” ovunque: nei parchi urbani, nei giardini delle scuole, nei condomini, in campagna o sui monti, ogni sito può andare bene, avendo l’accortezza di mettere la pianta giusta al posto giusto e prevedendo, oltre all’epoca idonea d’impianto, anche la possibilità che la pianta possa crescere senza intralci o necessità di essere potata in futuro. Il bilancio alla fine dell’inverno è davvero entusiasmante: nel corso dell’ultima stagione sono oltre 120 i nuovi alberelli distribuiti gratuitamente sul territorio della penisola sorrentina! Solo nei pressi del “Pino Sentinella”, sulla SS. 163, sono 38 i nuovi alberi messi a dimora: tra questi querce, pioppi, carrubi, pini, cipressi, amareni, peri, noccioli, aceri, melograni, corbezzoli, lauri, gelsi, ciliegi, e altri ancora. Nel frattempo è ripreso il censimento dei patriarchi arborei secolari della penisola sorrentina con il rilevamento di esemplari storici e vetusti, meritevoli di essere fatti conoscere e vincolati come monumenti nazionali“. a cura di Luigi De Rosa
(nella foto in basso “Il Pino Sentinella” scultura realizzata dall’artista Giusy Milone nell’agosto del 2020 su commissione del Wwf Terre del Tirreno, connubio tra performance artistica e omaggio ad un albero, il Pinus Pinea, che nonostante tutto è rimasto ben radicato al suolo, “Sentinella”, da vivo, per ben 130 anni, di quella biodiversità che oggi, da icona di resilienza arborea, continua a garantire “offrendosi” ancora come rifugio per migliaia di piccole creature. Luigi De Rosa)