Penisola sorrentina, Il clan d’Alessandro gestisce un rinomato albergo. La rivelazione di un pentito

29 marzo 2021 | 10:37
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Penisola sorrentina, Il clan d’Alessandro gestisce un rinomato albergo. La rivelazione di un pentito

A noi preme sottolineare poi una preoccupazione per questo periodo dovuto dal lockdown per il Covid, le difficoltà economiche possono portare gli imprenditori, e anche albergatori, ad accedere all’usura per sopravvivere. Speriamo che finisca presto e si riparta per evitare questa piaga che potrebbe essere più deleteria per la società del coronavirus Covid – 19 . 

Penisola sorrentina, Il clan d’Alessandro proprietario di un albergo. Tutti i dettagli sono forniti da Salvatore Dare in un articolo nell’edizione odierna di Metropolis.

Il clan D’Alessandro  gestisce un rinomato albergo in penisola sorrentina. In pratica, ne è proprietario. A occuparsi della struttura ricettiva, per conto della cosca di Scanzano di Castellammare di Stabia  è ovviamente un prestanome, questo afferma Metropolis in edicola parlando di una inchiesta della Procura della repubblica di Torre Annunziata finita alla DIA di Napoli, competente nella provincia di Napoli in Campania per questa area . Una testa di legno fedele al clan di Castellammare di Stabia. A sostenerlo è un collaboratore di giustizia sentito negli ultimi anni in diversi interrogatori. Si tratta di un ex seguace della camorra che ha deciso di passare dalla parte dello Stato e rivelare ai magistrati dell’Antimafia tutti i segreti della cosca.

Il pentito fornisce non solo preziose informazioni legate al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni, agli omicidi. Ci sono anche rivelazioni sulle nuove dinamiche “imprenditoriali” portate avanti dai D’Alessandro che estendono il proprio dominio anche aldilà del ponte di Seiano, in penisola sorrentina. La notizia che Scanzano sia sostanzialmente proprietario di un hotel è contenuta in uno dei verbali firmati da alcuni pentiti nell’inchiesta “Domino 2”. Sono atti che adesso sono contenuti nell’ultima ordinanza di custodia cautelare eseguita a Castellammare di Stabia lunedì scorso con cui sono scattati sedici arresti nei confronti di presunti generali e affiliati al clan D’Alessandro. Ovviamente, le indagini sono in corso. I magistrati della Procura distrettuale Antimafia di Napoli lavorano costantemente per ottenere ulteriori riscontri alle confessioni dei collaboratori dei giustizia e fare estrema chiarezza su tutti gli affari della cosca. Sotto la luce dei riflettori evidentemente finisce anche la questione legata all’albergo. Non solo: all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare si fa menzione anche di un altro settore che è alla base delle mire della ca- morra. È quello dei parcheggi. Anche in questo caso, la penisola sorrentina – nonostante spesso venga, con approssimazione, considerata una sorta di oasi immune alle cellule criminali – è indicata da alcuni pentiti come una terra florida in cui il clan preferisce muoversi nell’ombra per incrementare i propri guadagni e poteri.

Tra le vicende già note anche all’Antimafia, rimane anche l’intenzione da parte della camorra di mettere le mani sul parcheggio Kennedy realizzato a Vico Equense diversi anni fa.

Che vi possa essere questo rischio anche in Costa di Sorrento, parliamo di riciclaggio, non è la prima volta che si dice, ma non si parla di quale albergo e ci risulta strano che la Procura non la abbia sequestrato, noi di Positanonews non abbiamo accesso alle informazioni del collega di Metropolis, sempre molto attento, quindi speriamo che la magistratura intervenga subito sul caso , ha fatto bene Dare a mettere luce sulla vicenda, ora si intervenga per far si che la nostra Penisola sia pulita come in effetti, per gran parte, è .

A noi preme sottolineare poi una preoccupazione per questo periodo dovuto dal lockdown per il Covid, le difficoltà economiche possono portare gli imprenditori, e anche albergatori, ad accedere all’usura per sopravvivere. Speriamo che finisca presto e si riparta per evitare questa piaga che potrebbe essere più deleteria per la società del coronavirus Covid – 19 .