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Positano. Who was Essad Bey?

16 marzo 2021 | 20:49
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Positano. Who was Essad Bey?
"The Disorientalists"

Positano – Who was Essad Bey? Sono in molti a porsi questa domanda e non solo a Positano, dove riposano le sue spoglie, ma anche in Germania dove è considerato lo scrittore tedesco più esotico, in Azerbaijan dove è considerato un epos nazionale, negli Stati Uniti dove fu protagonista di un burrascoso matrimonio con la figlia di un miliardario, in Russia perché era sulla lista nera di Stalin e in Turchia. In Germania il gruppo musicale “The Disorientalists” qualche anno fa gli dedicò un intero concept album dal titolo emblematico “Who Was Essad Bey?“, ancora questa domanda, alla quale i tre artisti berlinesi provarono a dare una risposta con versi molto poetici. Eppure Essad Bey rimane un mistero. Cominciamo dal nome, anzi dai nomi, visto che come Fernando Pessoa, Essad Bey si è divertito a creare eteronimi dietro cui nascondersi durante la sua breve ma intensa vita, Essad, infatti, muore a 37 anni a Positano nel 1942. Dunque il primo dei nomi dovrebbe essere quello vero “Lev Nussimbaum” (ma gli azeri giurano che non è così), nato a Baku nel 1905 da una famiglia ebrea di ricchi petrolieri russi fuggiti in Caucaso a causa dei pogrom zaristi. Lev Nussimbaum (nella foto in basso) fu cresciuto da una tata tedesca, studiò nel locale liceo russo della capitale azera e poi frequentò l’Università di Berlino. A 17 anni il primo colpo di scena, quando, giovinetto ma già brillante scrittore poliglotta, fu “folgorato” sulla strada in direzione del lussuoso palazzo dell’Emiro di Baku, e si convertì all‘Islam nell’ambasciata Turca, dove cambiò anche nome, addirittura s’inventò di sana pianta di essere il principe turco musulmano Essad Bey, e con questa nuova identità si presentò a New York dove sposò la figlia di un ricco americano di cui presto si stancò, tornò quindi in Europa, fu prima a Vienna e poi in Italia. Nella Germania di Weimar ebbe successo come scrittore ed esperto di cose orientali, fino a quando l’avvento del Nazismo ne frenò l’ascesa tra l’olimpo dei grandi intellettuali tedeschi. I nazisti lo smascherarono ma Essad -Lev non si diede per vinto e continuò a scrivere e produrre opere letterarie nascondendosi dietro nuove identità, la più nota Kurban Said con la quale firma anche quello che è considerato il suo capolavoro letterario “Ali e Nino”. Le sorprese e i misteri non finiscono qui, Nussimbaum padre, il famoso petroliere di cui vi parlavo in apertura di articolo, fugge da Baku con Essad – Lev, quando i Bolscevichi la invadono, persi tutti i suoi averi, si rifugia a Istanbul, poi a Berlino, dove però lui, rimasto ebreo, finirà nelle grinfie delle SS. E la madre?, questa donna misteriosa che Essad non cita mai nei suoi numerosi scritti, ebbene le malelingue dicono che quando Stalin giunse a Baku, ospite di casa Nussimbaum, ne divenne amica, quindi morì in circostanze misteriose (come tutti quelli che bene o male ebbero a che fare con Isif Stalin detto “Koba” l’indomabile). Ma a questo punto c’è un’altra sorpresa, vi ricordate la tata tedesca? Si chiamava Alice Schulte, ed è lei, secondo un’altra versione la vera madre del nostro “eroe” a cui nel testamento autografo, Essad lascierà tutto. Quando la zona rossa sarà finita, se capitate a Positano visitate il cimitero della città verticale, lì c’è una tomba con un turbante e una stele con scritte in arabo. Gli anziani del posto  vi racconteranno che vi è sepolto un principe turco che viveva in località “La Sponda” in un appartamento, ospite di Miss Nora Pattison. Vi riveleranno che il principe soffriva di un male, il morbo di Raynaub (simile alla lebbra), che provoca la necrosi dei piedi ed è per tale motivo che gli furono amputate le dita dei piedi uno dopo l’altro, e vi racconteranno che per sopportare tutto questo dolore Essad Pascià aveva bisogno di morfina ma che di soldi lui non ne aveva più e allora…Ma questa è un’altra storia, che è scritta nelle carte segrete della polizia fascista ritrovate nel Municipio di Positano. Quando il morbo-coronavirus sarà andato via, un motivo in più per visitare la Città del pistrice: c’è un giallo da venire a vivere di persona e un principe del “travestimento” da smascherare. di Luigi De Rosa

Generico marzo 2021