Roberto Colella, con la tradizione oltre l’isolamento
Pino Mauro, pseudonimo di Giuseppe Mauriello, è cantante e attore 82enne di Villaricca, la stessa terra di Roberto Colella, frontman del gruppo “La Maschera”, che ci ha abituati a grandi sorprese recuperando dal passato gemme musicali fantastiche, ricordo su tutte la performance con il portoghese Vitorino, al secolo Vitorino Salomé Vieira, 79enne cantante dell’Alentejo, profondo sud del Portogallo, che è riuscito mezzo secolo fa a superare l’isolamento geografico e culturale della sua regione per far giungere la sua arte e la sua voce prima a Lisbona poi a Parigi. Già, “isolamento”, è parola con la quale abbiamo imparato a convivere a causa di questa maledetta pandemia. “Isolamente” è invece il titolo del primo album di Roberto Colella. “Nun t’aggia perdere” è il celebre brano di Pino Mauro che Roberto Colella reintepreta. Brano contenuto nel disco uscito per la label Full Heads -Believe Digital Italia che è stato lanciato in questi giorni anche con un videoclip registrato al teatro Mercadante . Nel video, il calore dei versi del brano fanno da contrappunto ad un teatro vuoto, icona di quest’epoca pandemica di isolamenti continui, dove l’unico spettatore è proprio il primo autore: Pino Mauro. E’ il passaggio di testimone tra la tradizione e il nuovo che avanza? La risposta è alla fine del video. Con “Isolamente” il cantautore, compositore e polistrumentista Roberto Colella per la prima volta nella sua carriera decide di uscire con un proprio lavoro discografico, frutto neanche a dirlo delle “Zone rosse“, dunque di un isolamento. Durante i lockdown Colella, infatti, suona, scrive e registra in casa con i pochi mezzi che ha disposizione. Si scopre anche conduttore radiofonico, e per quattro domeniche conduce “Radiolella” programma trasmesso da Radio Crc. “Isolamente” è il frutto di questo tentativo di rompere l’isolamento forzato grazie alla musica, il disco racchiude 11 tracce, rifacimenti di successi intramontabili della musica napoletana e italiana, interamente arrangiati e suonati con strumenti anche di fortuna come bottiglie e secchi di plastica. L’album stampato in sole 400 copie a nome “Ernesto” lo pseudonimo di Roberto in “Zona rossa”, è andato esaurito in 24 ore. Beh è stato un po’ come per Peter, il protagonista de “L’Inventore dei sogni” di Ian McEwan , l’isolamento se sai sognare, può trasformarsi in un’isola felice. Ma c’è una riflessione amara che va fatta, che Roberto Colella rilascia a Angela Garofalo su “Cronache di Napoli” (19 marzo 2021) e che riprendo volentieri perché ogni artista è testimone del tempo che vive ed è chiamato anche alla denuncia di un’ingiustizia se ne è testimone.
Angela Garofalo: “Siamo di nuovo purtroppo in zona rossa. Tu rappresenti un settore a cui è stato tolto l’ossigeno: la musica dal vivo”.
Roberto Colella: “Purtroppo sì. Il problema è che non si è mai pensato a misure per rendere sostenibile la cosa. Appartengo alla categoria degli invisibili. Si parla spesso dei disagi di tante categorie di lavoratori che, fortunatamente, qualcosina , storto o morto, sono riusciti a farla, in estate o mezza giornata alla volta. Ci si dimentica totalmente del settore dello spettacolo che invece è ormai paralizzato da un anno. Non mi sorprende. La politica italiana campa di rendita storica, e la sua totale disattenzione verso la cultura che si produce oggi la dimostra con un dato che il mondo non ci invidia: siamo tra i paesi più ignoranti e corrotti d’Europa e del mondo al punto che “nun” ‘o sapimme nemmeno.”
a cura di Luigi De Rosa