Savoia Calcio, Mazzamauro: “i calciatori non indosseranno più la maglia bianca e lo stemma del Savoia”
È un Alfonso Mazzamauro imbufalito quello che emerge dalle colonne dell’edizione odierna di Metropolis, a cui il presidente del Savoia ha concesso una lunga intervista. Il numero uno biancoscudato si scaglia contro i giocatori, unici colpevoli a suo avviso dei risultati non brillanti della squadra. Mazzamauro, però, ne ha anche per il sindaco di Torre Annunziata, reo di averlo preso in giro sulla questione stadio. Di seguito le sue dichiarazioni:
“Torre Annunziata merita rispetto e la maglia va sempre sudata e rispettata. Per questo motivo da domenica, nella gara contro il Carbonia, i calciatori non indosseranno più la maglia bianca e lo stemma del Savoia. Questi calciatori non meritano di indossare quella maglia gloriosa e quello scudo. Ho fatto ristampare le maglie e giocheranno con quelle arancioni con i soli sponsor stampati. Non ci saranno nemmeno più i loro nomi dietro le maglie, solo i numeri. L’unico che vestirà la maglia bianca, per una questione di regole con portieri squadra avversaria, sarà il nostro estremo difensore Esposito. Ho cambiato 3 allenatori, mai possibile che nessuno di loro conquisti risultati? Sono deluso. E non mi riferisco ai nostri under, che stanno facendo il loro e stanno dando tutto, ma sono davvero molto deluso dai nostri over. Abbiamo una squadra davvero forte, completa in ogni reparto ma i risultati non arrivano. Un qualcosa che non mi riesco davvero a spiegare. Ulteriori interventi sul mercato? No, nessun altro arrivo”.
Sulle scelte di mercato, tecniche e societarie
“Non condanno assolutamente gli acquisti. Le scelte, a mio parere, sono state giuste, ma davvero non capisco cosa accade. La squadra si disimpegna bene fin quando arriva a metà campo, poi dopo non si capisce più nulla. Mercoledì abbiamo giocato, con tutto il rispetto del caso, contro una Juniores. Il Nuova Florida aveva ben 7 under in campo ma abbiamo fatto appena 2 tiri in porta. Dopo 25 minuti di partita avevo subito detto a un mio collaboratore che sarebbe stato un altro 0-0. Eppure alla squadra non facciamo mancare nulla, hanno tutti i confort del caso e gli siamo vicini, gli stipendi sono regolarmente pagati. Ora, però, basta, è inconcepibile tutto ciò. Aronica è stata una mia scelta e la rifarei ancora. E’ una grande persona con la P maiuscola. Doveva ritornare, ci eravamo sentiti ed era felicissimo di ciò. Alle 20.50 staccammo con la promessa che la mattina dopo avrebbe preso nave. Alle 8 chiamò il direttore Ferrante dicendogli che voleva uno staff tutto nuovo. Mio figlio intervenne dicendogli che ciò avrebbe comportato spese ulteriori e gli disse di tornare col suo vecchio staff o di lavorare con quello attuale, formato da professionisti super come Barbera, Ottobre e Gallo. Aronica rifiutò e quindi abbiamo virato su Ferraro, che avevamo contattato già qualche mese prima quando poi prendemmo Chianese. Non sono deluso della scelta di quest’ultimo, perchè la colpa è principalmente della squadra. A Musa va fatto un applauso. Un dirigente preparatissimo, altamente professionale e un vero signore. Ora c’è Righi, che stimo tantissimo, e che si sta facendo già sentire nello spogliatoio. Per quanto riguarda Rais, quando si parla di lui è come parlare dei Mazzamauro. E’ una mia persona di fiducia ed è intoccabile. Poi lui nelle scelte tecniche non entra. Ferrante, poi, è davvero tanta roba. Una persona che mastica calcio ed è davvero preparata. Ho uno staff che nessun altro ha”.
Sugli sponsor e i rapporti con l’amministrazione comunale
“Io direi che il sindaco e la politica hanno abbandonato Torre. A questa città erano rimasti la Madonna delle Neve, il Savoia e il mare. Se, per colpa di terzi, gli togliamo il mare e il Savoia non resta praticamente nulla. Sono da solo da 3 anni, senza aiuti da nessuno. Avevo fatto presente che in tempi come questi, con la pandemia, non sarei potuto andare avanti da solo. Tramite il dirigente Sarno fui chiamato dal sindaco Ascione. Si impegnò e promise di aiutarmi fino al 50% delle spese del club. Gli chiesi di essere sincero, visto che non volevo indebitarmi con promesse e poi far fronte da solo a spese e lui in altri 3-4 incontri mi garantì il tutto. Non sto qui a dire che non è mai arrivato uno sponsor o un aiuto promesso. I costi sono esorbitanti e sono costretto a farvi fronte da solo”.
Sulla questione stadio
“Mi è stato detto che ora vedranno il da farsi a fine campionato. Ma di cosa parliamo? Mi sento preso in giro e prendendo in giro me, prendono in giro Torre. Ma c’è un altro problema: ora nella palestra nel Giraud si stanno svolgendo le vaccinazioni. Non so se viene effettuato una sanificazione al termine o meno. Sta di fatto che ci è stato chiesto di non utilizzare gli spogliatoi della palestra, ma quelli sotto la tribuna. Ma come potrebbe un arbitro fare il riconoscimento passando dal campo fino a sotto la tribuna? Quindi c’è il rischio che Savoia concluda campionato in un altro stadio. Lo dico in tutta sincerità. Il calcio lo faccio per mio fratello Ciro, se fosse dipeso da me avrei già mollato da tempo. Da soli, in tempi come questi, senza aiuti è impossibile andare avanti. Quindi se non ci fossero presupposti chiari potrei pensare di andare via, anche perchè a Torre non puoi costruire rose imbottite di under o dove punti alla salvezza. Le voci su Giugliano? Ora c’è il Savoia e conta solo il Savoia. Il domani non lo sa nessuno e non c’è nulla con Giugliano. Se ci fosse un’altra piazza lo direi”.
da SportCampania