Turismo e cultura,“Modello Penisola Sorrentina”, a Massalubrense, si salvi la Cappella di San Sossio a Titigliano
Uno dei casi più eclatanti di degrado storico culturale, purtroppo ancora una volta, offerto dal nostro territorio.Un edificio, risalente al XV secolo e sede di un’antica confraternita, al cui interno sono rappresentati una serie di affreschi tuttora ben conservati, risulta essere totalmente abbandonato da decenni. Un caso che contrasta su quanto attualmente si propone agli Stati Generali del Turismo di Sorrento. Oltre alla tematica ambientale, alla sostenibilità e all’innovazione, importante sarebbe evidenziare e rilanciare quanto di più prezioso il territorio offre: la nostra storia.
Massalubrense – Mentre sono allo studio iniziative, come il certificati green per le attività del territorio proposta dell’Amp Punta Campanella agli Stati Generali del Turismo, vere proprie reliquie rappresentanti la storia e la cultura di quella che da sempre è stato luogo di fascino e bellezza (pertanto di grande attrazione e di interesse turistico), come questa parte della penisola sorrentina, vengono totalmente abbandonati. Uno dei casi più eclatanti di quello che possiamo definire un esempio di degrado storico culturale è rappresentato senz’altro dalla Cappella di San Sossio a Titigliano(antico borgo che, insieme alle vicine Acquara, Monticchio e Schiazzano, rappresenta ,per la presenza di antichi edifici ,una delle zone più interessanti dal punto di vista storico culturale nonchè paesaggistico del territorio di Massalubrense). Un edificio medievale, risalente al XV secolo, sede di un’antica confraternita, luogo sacro e di funzioni religiose fino agli anni cinquanta del 1900. Dove, nella zona sottostante l’altare, insiste la presenza di una “terra santa” con i resti mortali degli abitanti della contrada. Al suo interno una serie di affreschi , tra cui uno in particolare raffigurante la Beata Vergine, attestati ad un pittore molto importante dell’epoca: Antonio Solario detto “lo Zingaro” (1465 – 1530). Opere che nonostante lo stato di criticità strutturale dell’antico edificio, sono rimasti pressoché intatti. Nell’ultimo decennio, più volte l’antica cappella è balzata agli onori della cronaca locale. Prima per la sua presupposta sconsacrazione e poi per la tentata vendita, nel 2011 da parte del Comune . Quando, essendo l’antico edificio rientrante tra i beni demaniali ed in uno stato di totale degrado e abbandono, con un bando di gara, si decise di inserie la vecchia cappella, nel Piano delle alienazioni immobiliari. Operazione poi sventata dall’Opposizione in Consiglio Comunale, la quale grazie all’impegno del Consigliere ,Vincenzo Carratù riuscì a dimostrare , a seguito anche dell’intervento della Curia Arcivescovile (tramite la Parrocchia di San Pietro a Monticchio, competente per territorio), che la cappella non risultava sconsacrata. Senza il decreto di “sconsacrazione” della Curia all’immobile non poteva essere cambiata la destinazione d’uso, (in caso di eventuale compravendita) e pertanto l’antico edificio continuava a rimanere sacro. Tanto è vero che l’Amministrazione comunale dovette ritornare sui propri passi ed annullare il bando di gara. Non solo all’epoca fu evidenziato anche che l’annullamento del bando, riguardava le prescrizioni imposte dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali, che imponevano la fruizione pubblica del bene. Imposizioni fondamentali da portare a conoscenza dei possibili acquirenti ma che invece, secondo l’opposizione, non furono riportate nell’avviso di gara. A distanza di anni, come ancora una volta evidenziano quei cittadini più sensibili alle problematiche territoriali inerenti il patrimonio ambientale, storico, culturale del territorio, la situazione è rimasta immutata e la Cappella di San Sossio, nell’indifferenza delle Istituzioni ed Autorità locali, rischia di crollare definitivamente portandosi con sé un pezzo importante della storia di Massalubrense. Sarebbe pertanto opportuno che il Comune si adoperasse nel mettere al più presto al centro della discussione, il suo destino favorendone il recupero. Al momento purtroppo nessuna iniziativa sembra essere presa in tal senso , provocando dissapore e malumore tra la cittadinanza residente che vede nella Cappella di San Sossio, la rappresentazione della propria storia. A di là del luogo di culto e di quanto siano importanti per una comunità i ricordi di un’epoca in cui determinati valori avevano la loro fondamentale importanza, dal punto di vista storico culturale, quella della Cappella di San Sossio ,continua a rimanere per il Comune di Massalubrense una vicenda per la quale risulta alquanto arduo andare fieri.
In un futuro post covid, per un territorio che si ripropone di essere protagonista sulla ribalta del turismo internazionale (visto le immense ricchezze a disposizione) oltre alla problematica ambientale, il recupero, la tutela e pertanto l’esaltazione di determinate ricchezze (offerte da un territorio di estrema bellezza e interesse storico), dovrebbe essere sempre una priorità.
Conoscendo la storia recente, il punto di domanda rimane il seguente: “saprà la nuova classe di giovani politici che ora si accingono ad amministrare una tale preziosa eredità a fare meglio dei loro predecessori (che fino adesso hanno dimostrato ampiamente i loro limiti anche sotto tale aspetto)?” Un quesito che potrebbe essere un argomento importante e di discussione anche agli Stati Generali del Turismo, promossi dal neo Sindaco di Sorrento Avv. Massimo Coppola e tuttora in svolgimento. Oltre alle infrastrutture, ormai obsolete, di cui urgentemente si necessita, il Modello Sorrento, che poi si identifica con quello dell’intera Penisola, tra tante belle iniziative che vedono al momento (in linea teorica) sostenibilità e innovazione tra i percorsi futuri da seguire per rilanciare la nostra economia turistica, la vicenda della Cappella di San Sossio indica che (come il recupero dei vecchi sentieri), sarebbe ulteriormente interessante applicarsi nel gettare le basi di un programma concreto che vede la riscoperta e l’esaltazione delle antiche strutture , e quindi della nostra storia e delle nostre origini. Un patrimonio che insieme a peculiarità paesaggistiche di rara bellezza, è stato per i nostri antenati una costante garanzia di benessere . – 26 marzo 2021 – salvatorecaccaviello