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Atrani e Masaniello un falso storico, ecco perchè

16 aprile 2021 | 18:13
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Atrani e Masaniello un falso storico, ecco perchè
Masaniello ad Atrani spettacolo teatrale

Atrani e Masaniello un falso storico? Ecco perchè secondo lo scritto inviato a Positanonews, il giornale online della Costa d’ Amalfi e Sorrento, che riceviamo e pubblichiamo.

Il legame di Masaniello con la città di Atrani è un falso storico.
Altrettanto non rispondente al vero è la notizia sulla nascita e sulla residenza della madre nel citato paese della costiera amalfitana.
Studi recenti nonché il ritrovamento di inediti fra cui, in primis, il documento adespota Casanatense, dimostrano, a iosa, che fra il capopopolo ed Atrani non c’è alcuna relazione.
Tommaso Aniello d’Amalfi (è un cognome e non il luogo di provenienza) nasce a Napoli a Vico rotto. Fra i primi a sostenerlo e dimostrarlo, verso la fino del XVIII secolo, fu il poeta dialettale napoletano Salvatore Di Giacomo.
Masaniello era figlio di Francesco (detto Cecco) e di Antonia Gargano, ” entrambi napolitani ( come risulta dal registro dei battezzati e da quello dei matrimoni a firma del parroco dell’epoca, don Matteo Peta, presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina in Foro Magno, nei presi di piazza Mercato a Napoli). Con ogni probabilità un qualche antenato si trasferisce dalla divina costiera nella capitale del regno ( nel 400? nel 500?) in cerca di fortuna; da qui, forse, l’origine del cognome.
Ugualmente infondata è la tradizione che vuole il rivoluzionario rifugiarsi nella grotta adiacente la chiesa di S. Maria del Bando ad Atrani per sfuggire agli inseguitori. Masaniello è alla guida della rivolta napoletana da martedì 9 luglio a martedì 16 luglio 1647, giorno in cui viene ammazzato da sicari prezzolati dal vice re, dal Genoino e dagli avversari politici. La sua continua presenza a Napoli durante la rivolta è accertata. Inoltre, a ben guardare, 9 giorni è un periodo di tempo limitato per consentire al ” Capitano Generale del popolo” una visita, pur se breve, o fuga, anche di un solo giorno, nel ” paese materno” in considerazione sia dei numerosi impegni politici e militari (visto il ruolo nella rivolta) sia del sistema viario sia dei mezzi di trasporto dell’epoca che non consentivano un trasferimento veloce dalla capitale in costiera.
In merito alla morte, poi, è certo che Masaniello fu ucciso al Carmine a Napoli e che gli esecutori materiali del delitto furono i fratelli Catanìa ed un certo Ardizzone ( fornai rovinati dalla riforma del pane).

Dunque non c’è legame con Atrani almeno fino a quando non verrà dimostrato il contrario con documenti certi ed inconfutabili. In questo caso sarò ben lieto di modificare la mia convinzione.
Ma allo stato attuale, é solo leggenda. ” PURTROPPO”.
Se fosse vero sarebbe un ulteriore vanto per la piccola comunità rivierasca annoverare fra le glorie locali anche il famoso rivoluzionario. Malauguratamente, però, é un falso storico, sfruttato abilmente per scopi turistici. Lo si potrebbe definire una bugia ” pietosa”, un ” souvenir” da donare ai tanti turisti che frequentano la divina costiera. Ma correttezza intellettuale impone di dire sempre la verità, qualunque essa sia, senza se e senza ma.

Atrani 16 aprile 2021
Andrea Cavaliere

Nella foto d’archivio Masaniello ad Atrani durante uno spettacolo teatrale