Choc a Tramonti in Costiera amalfitana, abusi su bambina: condanne al padre, madre e fratellastro
Choc a Tramonti in Costiera amalfitana, abusi su bambina: condanne al padre, madre e fratellastro . Il tribunale di Salerno condanna padre, madre e fratellastro per abusi di natura sessuale su una bambina . Queste le condanne: il padre della piccola è stato condannato a 14 anni di carcere; 10 invece gli anni decisi per la madre e 7 per il fratellastro della ragazzina. I giudici hanno assolto la moglie di quest’ultimo, riqualificando poi il reato in abusi di natura sessuale. Ed escludendo l’accusa più grave di violenza sessuale di gruppo. Serviranno novanta giorni per conoscere le motivazioni del collegio giudicante. La tesi della pubblica accusa si fondava su ipotesi di violenza di vario tipo, abusi e maltrattamenti, che la piccola avrebbe subito dall’età di 5 anni, a loro volta maturati in un contesto di forte degrado ambientale e sociale, in una casa di Tramonti. Gli imputati sono originari di Nocera Inferiore. Le prime attività d’indagine erano partite nel 2017, con il lavoro degli assistenti sociali e dei magistrati, concentrati inizialmente su un caso di maltrattamenti. Poi erano arrivate le prime confidenze della minore, che sarebbe stata picchiata, punita e obbligata alle pulizie di casa e ad accudire la sorellina più piccola. L’esperto nominato dal gip aveva permesso di filtrare le domande delle parti fatte alla ragazzina, in un incidente probatorio, che con la sua testimonianza aveva così ripercorso momenti di quotidianità con gli attuali imputati, le presunte violenze, gli abusi, a tratti di natura estrema, che una parte della sua famiglia avrebbe commesso nei suoi confronti. Una tesi rigettata dai legali difensori e dai loro consulenti, che avevano invece sottolineato le diverse contraddizioni emerse dal racconto della minore, secondo loro suggestionata in parte nel raccontare ciò che avrebbe subito. Diversi gli elementi raccolti dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Salerno e della sezione operativa, all’epoca delle indagini. Una baby sitter e un medico curante riferiscono di non aver visto segni di violenza sulla bambina, si dovranno aspettare le motivazioni, poi successimente ci sarà sicuramente l’appello da parte degli interessati.