L’anoressia raccontata in una graphic novel
Salerno – L’anoressia e la bulimia raccontate in un fumetto. Giulia Spagnulo (foto in basso), in arte Zuzu, salernitana, classe ‘96, ha esordito giovanissima con Ratigher e Gipi, ovvero due cartoonist di culto della scena fumettistica italiana. Il primo, mente editoriale della Coconino Press, che ha deciso di pubblicare “Cheese” (272 pagine in bianco e nero, 18 euro), graphic novel autobiografica in cui Zuzu si racconta, adottando una narrazione accattivante fatta di disagi, leggerezze e furori. Gipi, invece, in qualità di Magister dell’ultimo Napoli Comicon (l’ultimo, ahinoi, in presenza nel 2019), ha voluto inserirla in una collettiva, MNPSZ, tenutasi alla Mostra d’Oltremare che l’ha vista esporre accanto a Maicol & Mirco, Giacomo Nanni, Enrico Pantani e Roberta Scomparsa.
L’appeal di Zuzu presso la critica e il pubblico è stato immediato, e l’artista in questi anni ha collezionato diversi riconoscimenti: Premio della Satira a Forte dei Marmi, e migliore opera prima al Treviso Comix Book Festival e naturalmente al Napoli Comicon. “Cheese” si è rivelato anche un successo editoriale, oggi i disegni dell’autrice salernitana così come i suoi dipinti compaiono su t-shirt alla moda (prodotte dalla neonata Comic Sons o dalla stessa Coconino Press), lei stessa è ospite gradita in talk show molto seguiti. In “Cheese”, Zuzu, che ha studiato allo IED (Istituto Europeo di Design), si mette a nudo con una sfrontatezza dolce e dolorosa assieme, raffigurando le proprie insicurezze, la ricerca di un’identità, il difficile rapporto col proprio corpo, la mostruosità di una bulimia che la corrode. Accanto a lei, due amici, Dario e Riccardo, anch’essi impegnati a comprendere il loro posto nel mondo. Un racconto di formazione destinato a sfociare in un finale profondamente catartico. Come scrive Michela Marzano in “Volevo essere una farfalla“: L’anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L’anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. La paura, il vuoto, l’abbandono, la violenza, la collera. È un modo per proteggersi da tutto ciò che sfugge al controllo. Anche se a forza di proteggersi si rischia di morire”, nella graphic novel di Zuzu è intensamente rappresentato questo bisogno di controllo della persona anoressica, controllo che non potendo essere esercitato sul mondo circostante viene indirizzato sul proprio corpo che diventa ossessione, a questo si aggiunge il disagio e la difficoltà di accettarsi così come si è. Uscire fuori dal tunnel si può, il primo passo è capire che alla “moda di noi non importa proprio nulla. E’ solo una strategia di marketing. Meglio educarsi da soli a ciò che ci piace”. di Luigi De Rosa