Posidonia spiaggiata, l’ISPRA promuove la “Spiaggia Ecologica”.
La Posidonia è una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo presente lungo le aree costiere italiane che può formare vere e proprie praterie su fondali sabbiosi dalla superficie fino ai 40 m di profondità. Le praterie hanno una notevole importanza ecologica e costituiscono un complesso ecosistema in termini di ricchezza e di interazioni biotiche. Fra le fronde della posidonia vive, infatti, una miriade di organismi che nella foresta trova rifugio: ricci (Paracentrotus lividus, Sphaerechinus granularis, Psammechinus microtuberculatus), stelle di mare (Echinaster sepositus), Asterina gibbosa, Marthasterias glacialis, Coscinasterias tenuispina, Ophioderma longicaudum), rosse ascidie (Halocynthia papillosa), briozoi (Sertella beaniana) e molluschi gasteropodi che vivono sulle foglie della pianta o tra le radici sotto la sabbia. I cavallucci di mare (Hippocampus hippocampus, Hippocampus guttulatus) si attaccano con la coda prensile alle lunghe foglie spesso ricoperte da epifiti incrostanti: briozoi, idrozoi, alghe calcaree. Infine l’intrigo delle fronde rappresenta l’habitat per scorfani, labridi, castagnole e salpe, nel 2020 nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella fu documentata anche la presenza di uno squalo, un gattuccio maggiore (Scyliorhinus stellaris), foto in basso. Veniamo al “problema” che i ricercatori dell‘Ispra hanno sollevato e le possibili soluzioni. Le foglie che naturalmente cadono dalla pianta possono arrivare sulle spiagge in seguito a mareggiate e formare accumuli anche imponenti chiamati banquettes. La loro presenza nelle aree a vocazione turistico-balneare è poco gradita ai bagnanti che la considerano un rifiuto piuttosto che una componente naturale propria del litorale, e come tale, un fastidio da rimuovere. Un’indagine conoscitiva ISPRA/ARPA (2007-2010) sul fenomeno degli spiaggiamenti lungo le coste italiane e sulle attività gestionali adottate, ha evidenziato come la modalità gestionale maggiormente adottata dai comuni costieri, al fine di rendere fruibili e gradevoli le spiagge, sia la rimozione e il conferimento in discarica, prima e durante la stagione balneare. Tale pratica, comporta anche la rimozione di grandi quantità di sabbia che rimane intrappolata nelle banquettes inducendo le Amministrazioni locali a successivi interventi di ripascimento delle spiagge e di protezione della costa dall’erosione. L’ISPRA, al fine di limitare/evitare gli interventi di rimozione delle banquettes con le prevedibili conseguenze negative per l’ecosistema spiaggia, sta promuovendo il modello di “SPIAGGIA ECOLOGICA” attraverso iniziative di educazione e formazione ambientale o progetti di ricerca ed ha inoltre elaborato una cartellonistica informativa a supporto di tale modello da collocare sui litorali italiani per favorire il cambiamento di opinione riguardo la presenza della banquette e rivalutare il concetto di spiaggia naturale. La spiaggia ecologica vuole essere quindi un nuovo strumento di gestione degli accumuli di Posidonia oceanica che tende sia a sottrarre la biomassa spiaggiata dal ciclo dei rifiuti e sia a valorizzarla dal punto di vista ecologico e funzionale nell’ambito dell’ecosistema spiaggia. Tale nuovo approccio, prevede l’impiego di tecnologie e processi innovativi già sperimentati per il riutilizzo dei residui spiaggiati della pianta marina in vari ambiti produttivi e commerciali (es. compost, pannelli isolanti, cosmesi, riempimento di sedute ecc.). Approfondimenti su: https://www.isprambiente.gov.it/it a cura di Luigi De Rosa