Praiano, M5S: “In caso di rinvio siamo convinti che sarebbe stato meglio che il sindaco Di Martino si dimettesse”
Praiano, costiera amalfitana (Salerno). Dopo il consiglio comunale che ha reinsediato Giovanni Di Martino come sindaco, ecco l’intervento del Movimento Cinque Stelle.
Diamo anche noi il nostro bentornato a Praiano al Sindaco Di Martino. Ci auguriamo che egli possa uscire vittorioso da questa vicenda giudiziaria, in questi anni abbiamo visto quanti rischi si accolla un amministratore pubblico proporzionalmente al grado di responsabilità. Ce lo auguriamo in primo luogo come nostro concittadino, e in secondo luogo per la vicinanza alla famiglia, da cui ho sempre ricevuto affetto.
Tuttavia, all’epoca dei fatti di dieci mesi fa, l’analisi politica ci portó a chiedere al sindaco di compiere un atto di responsabilità rassegnando le dimissioni. A nostro avviso sarebbe stato il modo più corretto per fugare una serie di ombre che stavano offuscando il cielo delle nostre istituzioni, cielo che in ogni momento della nostra vita comunitaria e sociale deve essere limpido e senza alcuna macchia. Tale riflessione è per noi ancora attuale, restiamo convinti che l’atto politicamente più opportuno da compiere da parte del sindaco, sarebbe quello di rassegnare le dimissioni per rasserenare e dimostrare ai cittadini di volere il cielo privo di ombre.
A tali riflessioni vogliamo aggiungere una considerazione: in questi ultimi anni di vita politica ed amministrativa della nostra città, da cittadini all’interno delle istituzioni, abbiamo potuto notare quanto il metodo usato da Giovanni Di Martino per amministrare Praiano si sia ispirato alla logica dell’uomo solo al comando, plasmando sulla sua persona tutta la macchina non solo politica e tecnica, ma anche burocratica del Comune di Praiano, forte anche della lunga esperienza in politica. Questa considerazione ci riporta alle prime settimane dopo la sua elezione, quando ci dichiarammo speranzosi ed ottimisti su un cambio di passo nella gestione del potere verso una maggiore collegialità, data la presenza di volti nuovi e giovani all’interno della maggioranza, entusiasmo spento dall’aver constatato negli anni successivi quanto nella realtà siano stati ininfluenti ed emarginati dalle posizioni di potere e quanto il vecchio metodo non fosse affatto cambiato.
Negli dieci mesi appena trascorsi, quando a rivestire la carica di “facente funzione” è stata la vicesindaco Annamaria Caso, non le abbiamo lesinato critiche, anche aspre. Siamo arrivati a far annullare la convocazione di un consiglio comunale per un errore formale nell’atto di convocazione. Tuttavia, per la prima volta abbiamo avuto il piacere di avere un confronto, in quanto nei precedenti anni, a fronte di gran parte delle nostre legittime richieste, nel pieno svolgimento del nostro mandato, abbiamo ricevuto esclusivamente indifferenza e disprezzo.
Non facciamo fatica ad ammettere la nostra impressione, di esserci trovati di fronte una nave senza il suo timoniere, un nocchiere che mai si è preso la briga di far vedere al suo vice come si leggono le carte nautiche e come si guarda la bussola. L’inesperienza non può essere mai considerata un’alibi, ma certamente un’attenuante sí. La vicesindaco in questi mesi ha spesso invocato discontinuità e cambio di metodo. Nel rispetto dei ruoli che l’elettorato ci ha assegnato e nella diversità di visioni politiche che abbiamo su diversi argomenti, non possiamo negare di aver notato questa discontinuità, sia nel pubblico che nel privato.
Pertanto quello che ci chiediamo oggi, giacché il sindaco è legittimamente ritornato a vestire la fascia tricolore è: cosa succederà adesso?
Ritorneremo a vivere in quella monarchia assoluta in cui vale la legge enunciata nella scena della rissa all’osteria nel famosissimo film di Mario Monicelli con Alberto Sordi “Il Marchese del Grillo”?
Grazie.
Fiorella, Diego e Arturo