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Riceviamo e pubblichiamo: “Mio padre, paziente fragile, ‘costretto’ all’Astrazeneca”

15 aprile 2021 | 12:43
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Riceviamo e pubblichiamo: “Mio padre, paziente fragile, ‘costretto’ all’Astrazeneca”

Riceviamo e pubblichiamo. “Mio padre, paziente fragile, a causa della sua patologia, ha sostenuto nella giornata di ieri la prima dose di vaccino anti covid-19 e ciò mi ha permesso di vivere in prima persona l’iter da sostenere a Villa Fondi prima della fatidica iniezione! Purtroppo le criticità emerse sono diverse a partire dalla convocazione per Piano di Sorrento quando sotto casa, abitiamo a Sant Agata, c’è un altro centro vaccinale!! Beh, superiamo questi problemi logistici essendo automuniti e arriviamo all’appuntamento fissato per un orario preciso con un’ora di anticipo. Al primo check in ci hanno assegnato il numero 80 mentre si era ancora al 27!!! Dopo circa un’ora e trenta di attesa arriva la chiamata per poter scendere nei meandri del centro vaccinale per scoprire il vaccino da fare. Nel caso di mio padre l’Astrazeneca. Ora, capisco bene che non siamo al supermercato dove decidi in autonomia quale prodotto scegliere dal banco, ma credo che non sia nemmeno corretto scaricare le responsabilità sul medico di famiglia. Avevo già fatto notare che mio padre è un soggetto fragile e vedersi “ricattarci” paventandoci la possibilità di essere richiamati per ricevere il Pfizer chissà quando, ci ha fatto davvero arrabbiare!!! Inoltre il medico di base è stato “crocifisso” più volte da noi per cercare di accorciare i tempi ed è stato sempre coerente nel dire della sua impossibilità di fare qualsiasi intervento! A questo punto spazientito e spaventato dal dover ripetere questo calvario, mio padre ha acconsentito di farsi inoculare l’Astrazeneca e così siamo passati in sala d’attesa. La sala è piuttosto ampia con sedute distanziate per le norme imposte, ma tutti sanno quanto sia snervante aspettare il proprio turno in fila, figuriamoci poi se la chiamata segue un ordine totalmente incomprensibile. Questo ha alimentato qualche malumore che subito si è tramutato nella solita ressa a chiedere delucidazioni! Una spiegazione, a dire il vero, è stata fornita ma resta l’incomprensione del perché dopo bisogna affollare l’agognata porta di accesso alla sala vaccinazione eludendo le regole basi per la prevenzione: distanziamento e mascherina sul naso!! Faccio questa segnalazione non per polemica, ma per esprimere il disagio di chi decide di sottoporsi al vaccino ma è costretto ad una disorganizzazione che non fa bene al Paese”.