Scuole superiori in presenza al 100% dal 26. Preoccupazioni all’uscita e per i trasporti, a Meta e Sorrento disagi
Scuole superiori in presenza al 100% dal 26. Preoccupazioni all’uscita e per i trasporti, a Meta e Sorrento disagi per i trasporti pubblici. La SITA non fa corse supplementari dedicate per gli studenti di Positano e Praiano , i paesi della Costiera amalfitana vanno in Penisola sorrentina da anni, preferendo i licei del versante della provincia di Napoli a quello della provincia di Salerno, come Amalfi, anche per motivi logistici.
Problemi con i trasporti e all’uscita delle scuole
E’ evidente che all’interno della scuola l’organizzazione è perfetta, ma per arrivare è un problema, inevitabili gli assembramenti nei mezzi pubblici, nella Circumvesuviana gli studenti da Castellammare di Stabia e Vico Equense sono rimasti in piedi ed è quanto dire per il rischio coronavirus Covid-19. La mancanza poi di servizi pubblici dedicati crea l’afflusso dei genitori con le auto ed i ragazzi che , pur se molto più maturi degli adulti a volte, infatti sempre con la mascherina e distanziamento, giocoforza non posso evitare più di tanto gli assembramenti , poi non vediamo la polizia municipale che dovrebbe essere presente sempre. E ora siamo al 50%, diventa davvero difficile pensare che si possa gestire il 100% in presenza anche in considerazione della lentezza della vaccinazione anche in Campania.
Giannelli, associazione nazionale presidi: «Più vaccinati, ma trasporto e spazi non sono problemi risolti»
«Bisogna lasciare alle scuole la facoltà di stabilire la percentuale di studenti che deve frequentare: mancano 4-5 settimane, si può fare una turnazione per cui il 75/80% degli studenti va in presenza e l’altro viene deciso dalla scuola. Qualche elemento di flessibilità sarebbe necessario». Lo ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, intervenendo a ‘Omnibus’ su La7: «Tutto può andare – ha aggiunto Giannelli – il punto è il rischio che vogliamo accettare ed essere chiari. Bisogna dire alle scuole cosa devono fare con quelle aule in cui 30 studenti non possono stare distanziati di un metro: le facciamo usare lo stesso o no? Noi siamo assolutamente favorevoli al rientro a scuola degli studenti, lo abbiamo detto in continuazione nei mesi passati, ma ci è stato risposto che non c’erano le condizioni sui trasporti. Ora sui trasporti la situazione è invariata, quello che è cambiato è il numero di vaccinazioni». Giannelli ha concluso: «A questo aggiungiamo che il piano di tracciamento non riesce a decollare. Quindi qualche preoccupazione è lecito avercela. Io penso che sarebbe giusto lasciare alle scuole la possibilità di decidere quanti studenti possono andare».Giannelli, associazione nazionale presidi: «Più vaccinati, ma trasporto e spazi non sono problemi risolti»
La preoccupazione di Pregliasco sulle scuole in presenza per la variante inglese
La ripresa dalla scuola completamente in presenza «preoccupa molto» Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale dii Milano, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai3. «Non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile», ricorda, sono «colpiti dalla variante inglese» del coronavirus Sars-CoV-2 «in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening». Il rientro in classe «rappresenta sicuramente un’esigenza – ammette l’esperto – Lo si vuole, lo si desidera ed è necessario per certi versi. Lo vedo anche all’università, nei corsi che faccio in differita: l’efficacia è sicuramente inferiore almeno per una parte dell’insegnamento, per la discussione, per l’interazione». Tuttavia, mentre «un protocollo all’interno della scuola, se ben seguito, minimizza i dati e alcuni studi ce lo dicono, tutto ciò che è la mobilità intorno spaventa – evidenzia Pregliasco – perché alla fine sono quelli i luoghi di maggior affollamento». La Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza) del Lazio si raccomanda di anteporre alla corsa alla chiusura dei programmi la tutela della salute mentale: «Voler completare i programmi scolastici determinerebbe un aumento del carico di lavoro e di preoccupazioni nei giovani già fortemente penalizzati. A tale proposito si richiama l’attenzione sull’aumento di una psicopatologia importante e da non sottovalutare a conferma di quanto l’infanzia e l’adolescenza siano stati non attenzionati e fortemente penalizzati in questo anno di Pandemia».