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Giornata contro l’omotransfobia. Paolo Russo: “La Costa d’Amalfi dovrebbe essere territorio di ricchezza culturale”

17 maggio 2021 | 19:55
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Giornata contro l’omotransfobia. Paolo Russo: “La Costa d’Amalfi dovrebbe essere territorio di ricchezza culturale”

Giornata contro l’omotransfobia. Paolo Russo: “La Costa d’Amalfi dovrebbe essere territorio di ricchezza culturale”. Riceviamo e pubblichiamo la lettera ricevuta da Paolo Russo, di Minori.

E’ triste che (e solo su input esterno) PositanoNews sia l’unico organo di informazione a dedicare una qualche attenzione alla giornata contro l’omotransfobia: segno che l’accorato richiamo del collettivo UANM è del tutto fondato. E’ proprio vero, un’accoglienza “sbandierata ma non sentita” è l’atteggiamento mediamente praticato in costiera verso le persone di diverso orientamento sessuale: come il classico “io non ho niente contro i gay, però…”, che è il più subdolo camuffamento di un’indole sostanzialmente discriminatoria (quasi quanto l’altrettanto diffuso “io non ho niente contro i negri, ma…”, che è l’incipit di tutti i discorsi razzisti). Né manca il sospetto che si tratti di un’accoglienza per così dire “commerciale”, tesa a non escludere un pezzo della clientela turistica (ma spero che sia un sospetto infondato). Eppure la Costa d’Amalfi dovrebbe essere territorio di ricchezza culturale, di lungimiranza di idee ed apertura ad ogni diversità, se non altro per il coacervo di esperienze artistiche ed umane cui ha fatto da cornice. Temo invece che storie di sofferenza, di esclusione e allontanamento siano purtroppo reali e numerose, e per di più narrate a prezzo di indicibili patimenti personali. Mi chiedo perché nessuna delle istituzioni locali, dei tanti gruppi sociali e associazioni (ma forse sono poco informato, spero anche questo) abbia fatto sentire il proprio sdegno contro l’odio e l’intolleranza, abbia proposto una qualche iniziativa (un dibattito, una dichiarazione, un semplice manifesto) a sostegno della libertà di tutti di poter essere semplicemente accettati per come si è. Non è un tema secondario, riguarda anzi la vita quotidiana, il dolore di persone in carne ed ossa, che è assurdo vengano rifiutate proprio dai contesti che dovrebbero esser loro più vicini: le famiglie, la scuola, le comunità religiose. Non c’è alcuna libertà di espressione in chi alimenta un immotivato disprezzo verso gli altri, con frasi offensive ed epiteti velenosi magari scanditi con un sorriso ipocrita: simili atteggiamenti vanno deplorati, tanto più se motivati da biechi pregiudizi. Per evitare banali strumentalizzazioni politiche, non mi addentrerò nei particolari del disegno di legge Zan, che pure andrebbe forse approfondito in alcuni dettagli applicativi; ritengo però che esso introduca una indispensabile riflessione collettiva, e un dato culturale imprescindibile: la società nel suo insieme deve farsi carico del problema, riconoscere l’ingiusta sofferenza che in moltissimi continuano a subire, e innescare un cambiamento prospettico a partire dalla condanna di tante discriminazioni e violenze inaccettabili. Mi associo perciò (e spero di non essere l’unico) all’appello lanciato: sarebbe bello che proprio la Costiera facesse sentire la sua voce in questo senso.